Ebury: Anteprima delle elezioni politiche italiane 2022

-

Il risultato elettorale: la vittoria del centrodestra è già prezzato dai mercati, per DPAM anche un futuro confronto duro tra Roma e l’Ue sulla rinegoziazione del Recovery Fund. Più volatilità nel breve, ma anche nuove occasioni d’acquisto

 

Domenica 25 settembre l’Italia è chiamata alle urne per eleggere il nuovo governo, dopo la caduta dell’ultimo presieduto da Mario Draghi. Il voto avviene in un clima particolare, dopo una campagna elettorale che si è svolta in una fase dell’anno, a cavallo tra estate e autunno, inedita e soprattutto in un contesto internazionale segnato dalla crisi energetica legata al conflitto in Ucraina e al tema dell’inflazione. Le votazioni avverranno tra le 7:00 e le 23:00 di domenica 25 settembre, con gli exit poll che dovrebbero essere disponibili poco dopo l’orario di chiusura. Il risultato finale sarà noto la mattina di lunedì 26 settembre.

È molto probabile che il prossimo governo sarà una coalizione guidata dal partito di estrema destra, Fratelli d’Italia, insieme ai populisti della Lega e al partito più moderato Forza Italia. Infatti, siprevede che l’alleanza possa raggiungere circa il 45% dei voti diretti, con i bookmaker che assegnano più del 90% di probabilità che Fdl ottenga il maggior numero di seggi alla camera. Se così fosse, sarebbe una vittoria schiacciante per Fratelli d’Italia, partito che non è riuscito a ottenere il 5% dei voti alle ultime elezioni politiche e darebbe inizio ad un grande cambiamento nella politica italiana.

Gli scenari alternativi

Non mancano le possibili alternative all’alleanza tripartitica descritta nello scenario di base. Infatti, il Movimento Cinque Stelle potrebbe ottenere un risultato migliore rispetto alle attese, in particolare al Sud, oppure l’alleanza centrista tra Calenda e Renzi potrebbe riservare sorprese, il che metterebbe a rischio la maggioranza complessiva, ha ipotizzato Kevin Thozet, membro dell’Investment Committee di Carmignac. “Tale risultato sarebbe probabilmente accompagnato da nuova volatilità, data l’incertezza legata al necessario processo di rinegoziazione”. Oppure da soli, Fratelli d’Italia e Lega hanno raccolto un numero di voti tale da non richiedere l’intervento di Forza Italia per formare una coalizione. “La possibilità che due dei partiti politici italiani meno ortodossi formino una coalizione senza un partito più consolidato potrebbe essere valutata negativamente dai mercati finanziari. Questo potrebbe anche portare a un potenziale scontro politico tra due leader di partito molto diretti, le cui priorità e programmi politici possono essere opposti, ad esempio sulla riforma delle pensioni”, ha affermato Thozet.

Tutte le sfide del nuovo Governo

Il nuovo governo dovrà affrontare sfide significative, come l’approvazione di una legge di bilancio entro la fine dell’anno, la lotta contro una possibile carenza di energia quest’inverno e l’introduzione delle riforme necessarie per garantire la prossima tranche dei fondi dell’UE. Il solo svolgimento delle elezioni ritarderà la preparazione del bilancio e quindi complicherà l’attuazione degli investimenti del Recovery Fund europeo in Italia, che sono cruciali per la seconda economia più indebitata dell’Eurozona (a luglio il debito delle amministrazioni pubbliche in Italia ha raggiunto 2.770,463 miliardi di euro, +44 miliardi su anno): 190 miliardi di euro in prestiti e sussidi.

Sul fronte della politica fiscale, l’alleanza di destra, ha fatto presente il team di Ebury, ha una visione liberale dell’economia, proponendo di introdurre una flat tax, abolire il reddito di cittadinanza e introdurre la preferenza per i cittadini italiani nell’accesso all’occupazione e all’alloggio. Tuttavia, pur proponendo tagli alle tasse, l’alleanza ha anche sostenuto un aumento della spesa per pensioni e infrastrutture, che potrebbe portare a un aumento del disavanzo pubblico. I dettagli del pacchetto di spesa saranno, quindi, di grande importanza, in quanto un aumento del disavanzo potrebbe portare a un confronto con la Bce, ha avvertito il team di Ebury.

Sebbene i partiti della coalizione di centrodestra abbiano ammorbidito in modo significativo le posizioni euroscettiche nel corso del tempo, le tensioni con le istituzioni dell’Ue rappresentano un rischio in materia di disciplina fiscale e riforme strutturali. “Il governo probabilmente punterà a rivedere l’agenda delle riforme e l’allocazione degli investimenti già concordati nell’ambito del piano Next Generation Eu con il governo guidato da Mario Draghi”, ha previsto Pietro Baffico, European Economist di abrdn. “La mancata attuazione delle riforme peserebbe, però, sul potenziale di crescita dell’Italia e aumenterebbe i timori sulla sostenibilità delle sue finanze pubbliche. Pertanto, l’ago della bilancia dei rischi oscilla verso un allargamento degli spread dei titoli di Stato”.

Va, inoltre, considerato uno scenario negativo più grave, quello in cui l’esito delle elezioni potrebbe scatenare una crisi molto più profonda per l’Italia e per i mercati dei titoli di Stato. “Se il governo italiano dovesse mostrarsi palesemente in conflitto con le istituzioni europee, ciò metterebbe a rischio l’erogazione dei fondi europei e potrebbe diventare difficile per la Banca Centrale Europea sostenere il debito pubblico italiano con gli attuali strumenti, innescando i timori di un’altra crisi sovrana europea”, ha avvertito Baffico.

Lo spread Btp/Bund: cos’è, cosa indica e come segue gli eventi

Lo spread Italia/Germania scambia in leggero calo a 218 punti vase, ma in occasione delle dimissioni di Draghi è passato da 207 a 262 circa. Essendo il termometro del rischio relativo al mercato italiano, corrispondente alla differenza tra il rendimento dei titoli di Stato tedeschi e i Btp a 10 anni (rendono il 4,115%, oggi 23 settembre), più questa differenza è alta, più il rischio per l’Italia è maggiore. “Lo spread è la prima chiave da monitorare e, proprio perché i mercati anticipano sempre tutto, nelle settimane precedenti alla nomina di Draghi, quando già il suo nome circolava con insistenza, è sceso da 122 punti base circa al minimo di 86, una soglia mai più raggiunta da quel momento”, ha ricordato Francesco Casarella, Italian Site Manager di Investing.com. Allo stesso modo, “l’annuncio delle sue dimissioni a fine luglio di quest’anno ha fatto sì che questo stesso spread acquistasse oltre cinquanta punti, a dimostrazione dell’insicurezza e della fragilità trasmessa ai mercati in tempi record”. Ora con la coalizione di centrodestra vicina a una maggioranza di due terzi, si temono modifiche della Costituzione senza un referendum e Citi continua a vedere lo spread Btp/Bund a 275 punti base.

Elezioni già prezzate dai mercati, ma anche le rinegoziazioni del Recovery Fund

Ma ora l’impressione è che i mercati abbiano già prezzato quasi del tutto le prossime elezioni politiche italiane, “uno scenario avvalorato da sondaggi che sembrano piuttosto chiari in questo senso. Il risultato non è quindi l’elemento più interessante, quello che cattura l’attenzione di investitori e operatori economici riguarda le rinegoziazioni del Recovery Fund”, ha sottolineato Yves Ceelen, Head of Portfolio Management di DPAM, sostenendo che il tema è se il governo italiano sarà nella posizione di chiedere una rinegoziazione di quest’ultimo, così da poter ottenere dei vantaggi per i propri cittadini; “una prospettiva probabile, ma, ovviamente, nel corso delle trattative l’Europa chiederà qualcosa in cambio”, ha chiarito Ceelen.

L’interesse di Bruxelles è quello di essere forte, specialmente in una fase storica in cui Macron in Francia non ha la stessa forza degli anni passati e, con l’uscita di scena di Draghi, vengono a mancare due attori forti e importanti per la causa europeista. In questo contesto “potrebbero esserci effetti positivi per l’economia italiana nel breve periodo; un aumento di fondi destinati al Paese aiuterebbe direttamente imprese e cittadini e indirettamente altri settori, tra cui quello bancario. Gli investitori potranno, quindi, trovare occasioni interessanti in Italia grazie a questi elementi positivi che, però, è bene ricordarlo, vanno inseriti in un contesto globale complesso in cui una recessione appare sempre più probabile e con essa anche i problemi di liquidità con tutte le conseguenze del caso”, ha spiegato l’Head of Portfolio Management di DPAM. In ogni caso, “anche eventuali confronti duri tra Roma e l’Europa sono già stati prezzati dal mercato anche alla luce del fatto che la realtà internazionale spingerà entrambe le parti a venirsi incontro”, ha concluso Ceelen.

Più volatilità nel breve, ma anche possibili nuove occasioni d’acquisto

Cosa aspettarsi, quindi, dalle prossime elezioni? Sicuramente una grande volatilità, commentano da Investing.com, poiché la possibilità dell’elezione a premier di Giorgia Meloni, nonostante i toni più cauti nei confronti dell’Europa usati dall’esponente di Fratelli d’Italia nel corso della campagna elettorale, deve ancora essere interpretata dai mercati, consapevoli delle posizioni mantenute in passato. Di conseguenza, “molto dipenderà dalle prime settimane di governo e dalle priorità che la nuova maggioranza indicherà, su tutti la crisi energetica, l’aumento del costo della vita per le famiglie, i fondi del Pnrr e le riforme strutturali. Da non dimenticare, infine, che proveniamo da un mercato ribassista ormai da quasi 9 mesi, di conseguenza il contesto generale non giova certo alla tenuta dei prezzi. Al momento, però, lo spread pare essere sotto controllo, grazie anche alle manovre e ai possibili interventi della Bce, che pubblicamente si è sempre detta pronta a sostenere eventuali momenti di debolezza dei vari Paesi”.

Tuttavia, con i prezzi già in calo del 15%-20% da inizio anno, guardando i principali indici azionari e obbligazionari mondiali, non è da escludere che vi siano ulteriori discese che potrebbero poi diventare occasioni d’acquisto. “Il segreto è mantenere la lucidità anche nelle fasi di stress maggiore, diversificare i portafogli e tenere sempre a mente che, al momento, la capitalizzazione di mercato per l’Italia è meno dell’1% rispetto al valore globale delle azioni, fattore che dovrebbe portare a pesare con maggior prudenza l’esposizione a questa asset class”, ha suggerito Casarella.

Come può reagire l’euro ai risultati elettorali

In campo valutario il primo ostacolo si presenterà nel caso in cui la coalizione di centrodestra dovesse ottenere due terzi dei seggi parlamentari. “Rappresenterebbe un risultato cruciale, in quanto consentirebbe al nuovo governo di apportare modifiche alla Costituzione, senza indire alcun referendum. In questo caso ci si aspetterebbe un immediato aumento degli spread italiani e un possibile modesto indebolimento dell’euro. Anche la formazione di una coalizione senza il Partito Forza Italia di Silvio Berlusconi, considerato il più centrista e pro-Ue dei partiti dell’alleanza, sarebbe a nostro avviso un rischio per l’euro, anche se lo riteniamo improbabile”, ha previsto il team di Ebury.

Tuttavia, “riteniamo che il valore dell’euro rifletta già ampiamente l’instabilità politica e probabilmente avremmo bisogno di vedere uno dei due scenari sopra menzionati per innescare qualcosa di più di una reazione limitata e immediata dell’euro”, ha continuato Ebury per cui è probabile che anche il tempo impiegato per formare la coalizione possa influire sui mercati finanziari. La storia ci ha dimostrato che questo processo richiede generalmente un mese o due, sebbene la formazione del governo Conte dopo le elezioni del 2018 sia stata la più lenta della storia, durando quasi tre mesi.

“Data l’urgenza necessaria per affrontare la crisi del costo della vita, riteniamo che ci sarà un forte incentivo per concludere le consultazioni tempestivamente. Detto questo, più lunghe saranno, maggiore sarà il rischio di un deprezzamento dell’euro”, ha indicato Ebury, riassumendo: “la situazione politica in Italia rappresenti un rischio al ribasso per la moneta comune, anche se generalmente siamo del parere che la reazione dell’euro sarà relativamente contenuta, almeno per il momento. Crediamo che gli sviluppi nei mercati energetici, le notizie sulla guerra Russia-Ucraina e le prossime decisioni della Banca centrale europea acquisiranno maggior importanza”.