Elezioni, per il nuovo governo il primo banco di prova sarà la legge di bilancio

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Le elezioni in Italia hanno portato a una larga maggioranza per la coalizione di destra sia al Senato sia alla Camera dei deputati, in linea con i sondaggi e con le nostre aspettative. I risultati aumentano i rischi di ribasso per le prospettive dell’Italia nel caso in cui il nuovo governo dovesse scontrarsi con le istituzioni europee. Le elezioni sono state caratterizzate da un tasso di astensione record, con una partecipazione intorno al 64%. Questo fenomeno non è nuovo: in tutta Europa gli elettori sembrano sempre meno motivati e nell’ultimo anno hanno lasciato spazio ai partiti di estrema destra e populisti, in un contesto di crisi del costo della vita e dell’infuriare della guerra in Ucraina.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che si appresta a diventare la prima donna premier in Italia, ha gradualmente mitigato la retorica di estrema destra ed euroscettica, transizione che suggerisce uno scontro più limitato con le istituzioni europee. Nel tentativo di presentare la coalizione come affidabile, Giorgia Meloni ha insistito sul fatto che sarà prudente con la spesa pubblica e che prenderà in considerazione la nomina di ministri moderati in ruoli chiave del governo. Inoltre, dopo il risultato ha assunto un tono sobrio, riconoscendo le gravi sfide economiche che la attendono. Per gli investitori, tale moderazione può contribuire a mitigare la reazione iniziale del mercato ai risultati elettorali, soprattutto se si considera che l’ampio e prolungato vantaggio dei sondaggi ha dato al mercato tutto il tempo necessario per prezzare l’esito delle elezioni.

Ma se è vero che i partiti della coalizione hanno ammorbidito in modo significativo le loro posizioni euroscettiche in questo ultimo periodo, molto dipenderà dal loro proposito di allentare la disciplina fiscale e di rivedere in parte il programma di riforme già concordato sotto il governo di Draghi.

Il primo banco di prova sarà la Legge di Bilancio, che dovrà essere approvata già in autunno. Le tensioni tra il nuovo governo e le istituzioni europee sono quindi un rischio, che potrebbe compromettere l’erogazione dei fondi europei, aggiungere rischi al ribasso per le prospettive dell’Italia e limitare la capacità della BCE di contenere gli spread sovrani.