Energia e transizione ecologica. Il parere della futura opposizione. Intervista ad Alessia Potecchi

-

La crisi pandemica ancora in corso e la guerra in Ucraina hanno ulteriormente acuito la questione sociale e il tema delle diseguaglianza perché la crisi, il caro bollette, l’inflazione, il caro vita colpiscono in maniera particolare le imprese e le famiglie che già si trovano in una situazione di difficoltà e di disagio economico e che ora si trovano a fare i conti sul fatto di riuscire o meno a pagare le bollette e fare quadrare i conti a fine mese. Il prezzo del gas è completamente fuori controllo, è arrivato pochi giorni fa a 339 euro a MWH che significa a oltre 600 euro a MWH (megawattora) per il prezzo dell’energia elettrica. Un anno fa eravamo a 41 euro per il prezzo del gas e 112 euro per l’energia elettrica che quindi è aumentata di oltre 5 volte. Una situazione disastrosa che si sta abbattendo sulle imprese e le famiglie italiane con oneri assolutamente insostenibili.

Chiediamo il parere di Alessia Potecchi, Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del PD di Milano Metropolitana.

Intervista ad Alessia Potecchi

“Gli elettori hanno scelto e la destra ha vinto le elezioni, il risultato del PD è molto deludente, frutto di molti errori e scelte sbagliate a partire dal nodo alleanze e candidature che non hanno valorizzato competenze e presenza sui territori ma anche perché il nostro messaggio rivolto alla questione sociale, alla lotta alle diseguaglianze non è passato e non è riuscito ad arrivare in modo chiaro e costruttivi agli elettori. I temi economici saranno in primo piano appena si insedierà il nuovo Governo.
Abbiamo dunque bisogno di una economica che si concentri sui problemi fondamentali e sulle grandi emergenze del paese, dobbiamo andare a prendere gli extra profitti delle imprese energetiche che hanno moltiplicato gli utili per 3 e per 4 nei primi 6 mesi di quest’anno rispetto a quanto accadeva lo scorso anno, il Governo un passo lo ha fatto però bisogna migliorare lo strumento perché così possiamo e dobbiamo finanziare i provvedimenti a favore delle imprese e delle famiglie di fronte al caro bollette e al caro energia. Ci vuole un tetto al prezzo del gas a livello europeo perché solo in un contesto europeo di sinergia è possibile contrastare la speculazione su questa questione”.

Ora il PD si troverà all’opposizione. Che proposte costruttive intende fare nella nuova legislatura?

“Il PD ha già proposto una serie di misure basate sulla determinazione di un tetto al prezzo dell’elettricità, l’introduzione di un contratto “luce sociale” per famiglie e micro-imprese con redditi medi e bassi con fornitura elettrica prodotta totalmente da fonti rinnovabili e gratuita fino ad un massimo di 1.350 KWh/anno per famiglia (kilowattora), con prezzi comunque calmierati, il raddoppio del credito d’imposta per compensare gli extra costi energetici per le imprese di quest’anno e un programma credibile di investimenti per raggiungere l’obiettivo di 85 Gigawat di rinnovabili in più in Italia entro il 2030. In questa direzione, per evitare che il peso della crisi pesi sui più debole, va visto l’intervento che vede una mensilità in più per i lavoratori con il taglio strutturale del cuneo fiscale e con l’aumento della platea dei pensionati beneficiari della quattordicesima, insieme all’incentivo al rinnovo dei contratti scaduti e al welfare aziendale.”

Si è sempre parlato di transizione ecologica. Come ne vede l’evoluzione nei prossimi mesi?

“La transizione ecologica va gestita e governata. Bisogna scongiurare il pericolo della deindustrializzazione di alcuni settori chiave dell’economia italiana, studiare gli impatti e le conseguenze specifiche sul nostro territorio, gestire tutte le crisi industriali già aperte, puntare ad investimenti per sostenere la domanda verso le tecnologie che sono compatibili con il Green Deal, promuovere investimenti a sostegno dell’occupazione e della ricerca per valorizzare le eccellenze e le competenze italiane. Noi rischiamo di rimanere isolati in Europa, rischiamo di essere portati fuori dal sistema di relazioni internazionali che abbiamo costruito con la Francia, con la Germania, con i paesi fondatori dell’Unione europea in nome di una sempre più forte integrazione del progetto europeista su cui tanto ci siamo impegnati”.

Altri temi attuali?

“Noi dobbiamo e vogliamo occuparci della questione sociale aperta dall’inflazione, dal caro bollette, dall’allargamento delle disuguaglianze. Noi siamo a favore del salario minimo perché in Italia ci sono milioni di persone che lavorano ma pur lavorando sono al di sotto della soglia di povertà perché sono pagati 3 o 4 euro all’ora con contratti pirati che legittimano di fatto lo sfruttamento
Lo stesso per la Riforma Fiscale, un sistema fiscale equo, intelligente, efficace e progressivo. Dobbiamo realizzare una riduzione del carico IRPEF a partire dai redditi medio bassi e una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali con l’introduzione di una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia per dare impulso all’occupazione femminile e fare emergere il lavoro nero”.

Che cosa pensa della Flat Tax?

“La Flat Tax è l’imposta ad aliquota proporzionale applicata, senza alcune eccezione, a tutti i redditi dei contribuenti. La flat tax cioè
si basa su un’aliquota unica sul reddito in sostituzione delle quattro vigenti oggi. La riduzione delle tasse così congegnata non è eguale per tutti. In sostanza rinnega il principio costituzionale della progressività (paga di più chi ha di più) e lo sostituisce con quello della proporzionalità (ognuno paga una percentuale identica indipendentemente dall’entità del suo reddito). Invece di tagliare le tasse alle famiglie, sostanzialmente le riduce in modo rilevante per i redditi alti. Quindi è un sistema di tassazione incostituzionale perché il dovere di contribuire al sostentamento della spesa pubblica è metafora di un più complessivo dovere che ha alla sua base il principio della solidarietà come recita l’articolo 2 della Costituzione.
Noi necessitiamo di un fisco che vada incontro ai redditi medio bassi che sono quelli che stanno soffrendo di più la crisi energetica e l’inflazione. Bisogna che avvenga un vero processo di semplificazione e razionalizzazione e che soprattutto le norme dello Statuto del Contribuente vengano applicate rinunciando in termini definitivi a misure di retroattività delle norme.
Ci dobbiamo rendere conto che dobbiamo superare definitivamente ogni contrapposizione tra amministrazione finanziaria e contribuenti, è questo necessario per svolgere un’azione concreta di contrasto all’evasione fiscale. Dobbiamo recepire le risorse dalla lotta all’evasione fiscale che va incentivata con tutte le nuove tecnologie di cui disponiamo”.

Grazie per questo intervento, parliamo a breve con lei anche del PNRR e della sua evoluzione prevedibile oggi. A presto