Da Ecomondo di Rimini in poi, un segnale forte per l’estrazione di gas in Adriatico

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Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, presente lo scorso novembre alla 25esima edizione di Ecomondo, ha introdotto il “Progetto Subsidenza”, relativo a uno studio multidisciplinare per la valutazione delle deformazioni del suolo, finalizzato allo sviluppo di un modello per il monitoraggio integrato. L’appuntamento, a cura della Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza del Ministero, ha incontrato un notevole interesse non solo per l’attualità dell’argomento, ma anche per l’approccio costruttivo estremamente apprezzato dai presenti. Concluso nel 2020, il progetto multidisciplinare ha preso in considerazione l’area dell’offshore emiliano-romagnolo, con particolare riferimento alle attività connesse alla produzione di idrocarburi.

L’estrazione del gas in Adriatico

Il successivo mese di dicembre ha visto un ulteriore approfondimento del tema con un tavolo di confronto sul tema dell’estrazione di nuovo gas in Adriatico. I ministri Gilberto Pichetto Fratin, (MASE), Adolfo Urso (MIMIT), con il viceministro Vannia Gava (MASE), hanno incontrato il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia e i tecnici regionali.

Al centro della discussione istituzionale la necessità di approfondire le problematiche sollevate, in particolar modo quelle legate al rischio subsidenza ed ogni aspetto segnalato dalle comunità locali e dai sindaci legato all’estrazione di gas, specialmente in Alto Adriatico, con la necessità di ottenere in via prioritaria garanzie tecnico-scientifiche a tutela dell’ambiente.

Il percorso di analisi e approfondimento del tema

Il tavolo ha concordato di coinvolgere, in via preliminare, alcune eccellenze italiane nel campo della ricerca, da Leonardo a Ispra, insieme alle Università del territorio, da affiancare ai tecnici e agli studiosi nel percorso di analisi e approfondimento del tema. Il tavolo istituzionale sarà quindi affiancato anche da un tavolo prettamente tecnico, deputato a fornire strumenti e studi a carattere scientifico nell’ambito delle estrazioni di gas.

Già l’agosto scorso erano state avviate le procedure per l’approvvigionamento di lungo termine del gas naturale di produzione nazionale anche in terraferma in attuazione all’articolo 16 del Decreto Legge 1 marzo 2022 n.17.

Il prezzo del gas

Considerato il particolare momento storico caratterizzato dal notevole aumento del prezzo del gas e al fine di contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale a prezzi ragionevoli è stato introdotto l’intervento di cui all’art. 16 del Decreto Legge 1 marzo 2022 n.17

Il decreto, convertito in legge, si proponeva di garantire che la produzione nazionale di gas fosse destinata, per gli anni dal 2022 al 2031, a  “clienti finali industriali a forte consumo di gas, come definiti dal decreto del Ministro della transizione ecologica n. 541 del 21 dicembre 2021, anche in forma aggregata, con priorità per le imprese a prevalente consumo termico, secondo criteri di assegnazione su base pluralistica definiti con decreto dei Ministri dell’economia e delle finanze e della transizione ecologica, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, con riserva di almeno un terzo alle piccole e medie imprese come definite dalla raccomandazione della Commissione europea n. 2003/361/CE del 6 maggio 2003secondo condizioni e prezzi definiti con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e sentita l’ARERA.

Erano state dunque previste delle procedure “semplificate” per poter approvvigionare gas dai produttori nazionali, titolari di concessioni i cui impianti di coltivazione sono situati in tutto o in parte in aree considerate “compatibili” secondo il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), anche se improduttive o in condizione di sospensione volontaria delle attività, in modo da poterlo rivendere a prezzi ragionevoli per i clienti finali. I soggetti coinvolti dall’attuazione di dette procedure sono il MITE, GSE, ARERA e MEF.

(fonte immagine: Geograficamente)

Un avviso finalizzato all’invito a manifestare interesse sul tema era stato pubblicato lo scorso 6 luglio

Ecomondo. L’intervento di Lucia Lo Palo, esperta di ESG

Presente all’evento di Rimini, Lucia Lo Palo, in veste di relatrice, ha potuto esprimere con chiarezza le preoccupazioni delle aziende “energivore” nei confronti di una certa immobilità delle istituzioni in un frangente particolarmente pericoloso per la continuità produttiva delle aziende italiane.

Nella nostra azienda” ribadiva Lucia Lo Palo (nella foto) durante il suo interessante intervento “siamo sempre stati molto attenti all’ambiente e da tempo abbiamo intrapreso la strada della “virtuosità”, del green, utilizzando materiali totalmente compatibili con l’ambiente”. In particolare, in riferimento ai problemi creati dall’aumento del costo del gas dichiarava inoltre: “Il revamping è quello che molte aziende energivore come la nostra stanno attuando, ma, come è comprensibile, il problema non può essere risolto a livello locale dalla singola azienda”. E conclude: “Comunque, rimbocchiamoci le maniche e troviamo una soluzione”.

Operare in deroga, secondo SNPA

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente sostiene con forza che il vincolo determinato dalle autorizzazioni ambientali, percorso giuridicamente e amministrativamente complesso, rischia di essere incompatibile in termini di rapidità di intervento con le urgenze connesse all’attuale crisi energetica. Occorre creare percorsi amministrativi “rapidi” e giuridicamente sostenuti, se necessario, anche da provvedimenti legislativi ad hoc per poter fare eccezione a quanto è stabilito, ovvero operando in deroga.