Assogestioni pubblica l’Osservatorio dei sottoscrittori di fondi comuni

-

E’ stato presentato al Salone del Risparmio l’’Osservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni” curato dell’Ufficio Studi di Assogestioni. I risultati dell’Osservatorio, aggiornati a dicembre 2022, tracciano l’identikit degli investitori individuali italiani, analizzandone la composizione di genere e anagrafica, la distribuzione geografica, i numeri sugli investimenti in fondi, le preferenze su prodotti e asset class e le modalità di sottoscrizione. Quali sono le principali evidenze?

IL QUADRO NAZIONALE: quasi 12 milioni di italiani affidano la gestione dei propri risparmi ai fondi comuni per un controvalore pari a 520 miliardi di euro. Il valore medio dell’investimento degli 11,5 milioni di sottoscrittori in fondi è pari a 45.000 euro. Un importo che però varia a seconda della tipologia del prodotto scelto: più basso per i sottoscrittori di fondi italiani (27.000 euro), più elevato per i sottoscrittori di fondi esteri. Tra questi, il valore dell’investimento medio in fondi cross border si attesta a 52.000 euro.

Con riferimento alla modalità di sottoscrizione il versamento unico (PIC) rimane la forma prevalente, in quanto scelto dal 62% dei risparmiatori, mentre la quota dei sottoscrittori che investe prevalentemente tramite piani di accumulo (PAC) è pari al 22% e in forma mista il 16%.
Il pac è lo strumento prediletto dagli investitori under 40, i Millennials e la Generazione Z, che individuano; infatti, supera il 50% la quota dei sottoscrittori più giovani che investe attraverso piani di accumulo. Viceversa, oltre il 70% dei Boomers, sceglie di investire in un’unica soluzione (PIC)”.

L’asset allocation evidenzia valori differenziati in base alla tipologia di prodotto. Tra i fondi italiani prevale l’investimento in fondi flessibili (42%) e obbligazionari (26%), a cui seguono gli investimenti in fondi bilanciati (22%) e azionari (10%). Tra i prodotti esteri cresce la componente azionaria, con il valore per i fondi cross border che si attesta al 48%. Resta stabile attorno al 30% il peso dei fondi obbligazionari, mentre diminuisce la quota dei fondi flessibili e bilanciati (11%).

La maggior parte dei fondi italiani è acquistata attraverso il canale bancario (95%). Il peso dei fondi distribuiti dalle reti di consulenti finanziari aumenta sensibilmente tra i prodotti esteri: per quelli a distribuzione concentrata è pari al 27%, per i fondi cross border sale al 45%.
L’età media nazionale dei sottoscrittori è 61 anni, con la generazione dei Boomers che pesa per il 41% del totale. A seguire, i risparmiatori della Generazione X con il 28%, le generazioni più anziane (ultra 77enni) che rappresentano il 18,5% e infine i risparmiatori più giovani (Millennials e Generazione Z), la cui partecipazione è più contenuta e si attestano al 13%.

A seconda dell’età varia anche l’ammontare dell’investimento: i sottoscrittori ultra 77enni, infatti, registrano investimenti più alti, che vanno mediamente dai 62.000 euro della Silent Generation agli 82.000 euro della Greatest Generation. Rilevanti anche gli importi dei Boomers, pari a 53.000 euro. Le generazioni più giovani, invece, sono sotto la media nazionale: la Generazione X investe mediamente 37.000, i Millennials si attestano a 18.000 euro, mentre l’investimento della Generazione Z è 12.000 euro.

Sulla scia di un trend in corso da anni, la differenza uomo-donna nell’universo dei sottoscrittori italiani si sta progressivamente annullando, in favore di un sostanziale equilibrio tra i generi, con le donne che oggi rappresentano il 47% degli investitori contro il 53% degli uomini. Anche l’investimento medio di uomini e donne si sta avvicinando nei valori: infatti, i primi investono circa 47.000 euro, contro i 43.000 delle donne.

Se questo è il quadro nazionale complessivo, è interessante notare le diverse specificità geografiche, a cominciare dal tasso di partecipazione, che indica la percentuale di sottoscrittori in rapporto alla popolazione residente Istat e la cui media nazionale è del 20%.
Dall’Osservatorio emerge che la Ragione con il tasso più alto di partecipazione è l’Emilia-Romagna con il 30,8%, seguita da Lombardia (28,4%), Piemonte (27,9%) e Liguria (26%).
Liguria, Lombardia e Piemonte sono anche le Regioni in cui l’investimento medio è più alto e pari a 51.000 euro, mentre in Emilia-Romagna e Lazio sfiora i 50.000 euro.
Le Regioni del Nord d’Italia sono anche le prime per investimento complessivo: oltre 145 miliardi di euro in Lombardia, quasi 68 miliardi in Emilia-Romagna e più di 60 in Piemonte.

In generale, dall’Osservatorio risulta che il 65% dei sottoscrittori risiede nel Nord Italia: il 39% nelle regioni del Nord-Ovest, il 26% nel Nord-Est. Nelle regioni del Centro risiede il 19% dei sottoscrittori, al Sud l’11% e il 5% nelle Isole.