Amundi: opportunità di investimento sia per le azioni dei mercati emergenti sia per il reddito fisso

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Nonostante un inizio d’anno più resiliente, Amundi vede un’ulteriore decelerazione della crescita nella seconda metà del 2023, con divergenze tra le regioni. Prevediamo nel 2023 una crescita del PIL globale al 2,9%, con un divario in termini di crescita tra mercati emergenti e mercati sviluppati che resta ampio, pari al 3,3% (anche se non in aumento). Ci aspettiamo un rallentamento della crescita nei mercati sviluppati fino allo 0,9%, mentre l’espansione del PIL dei mercati emergenti dovrebbe salire al 4,2%.

Per il 2024, prevediamo una crescita del PIL reale a livello globale, dei mercati sviluppati e dei mercati emergenti rispettivamente del 2,5%, dello 0,5% e del 3,8%.
Vincent Mortier, Group CIO di Amundi, ha dichiarato: “In un contesto di scarsa visibilità sulle prospettive economiche la qualità, sia per le azioni che per le obbligazioni, è la bussola con cui navigare in questa fase di incertezza. La fine dell’inasprimento della Fed e il possibile deprezzamento del dollaro Usa promette bene per gli asset dei mercati emergenti mentre entriamo nella seconda metà dell’anno”.

Monica Defend, Head of Amundi Institute, ha aggiunto: “Una pausa della banca centrale sostiene le obbligazioni. Gli investitori dovranno valutare il percorso dell’inflazione e le prospettive degli utili fino al 2024 per individuare le opportunità offerte dalle azioni. Gli investitori dovrebbero esplorare anche le divergenze tra i mercati e le regioni”.

SCENARIO CENTRALE: CRESCITA BASSA, DECELERAZIONE DELL’INFLAZIONE CHE RIMANE ELEVATA

La maggior parte dei mercati sviluppati risentirà dell’effetto ritardato dell’inasprimento della politica monetaria durante la seconda metà del 2023. La recessione degli utili aziendali non si è ancora concretizzata e le prospettive per i consumatori stanno peggiorando.

In Europa, ci aspettiamo che l’inflazione rimanga significativamente al di sopra dell’obiettivo fino alla metà del 2024, ma che continui a scendere favorita da una crescita al di sotto del potenziale nel 2023 e nel 2024, che è il risultato dell’inasprimento delle politiche monetarie. Una vischiosa inflazione core, associata a condizioni di credito restrittive, limiterà la spesa del settore privato. Prevediamo una crescita anemica nell’Eurozona e nel Regno Unito nel 2023/2024.

Negli Stati Uniti, l’economia finora si è dimostrata resiliente, ma ci aspettiamo che si verifichi una lieve recessione a partire dal quarto trimestre del 2023. La resilienza dei consumatori sarà una variabile chiave da osservare, in un contesto di inasprimento delle condizioni di credito e inflazione superiore all’obiettivo per tutto l’anno.

Nei mercati emergenti, le condizioni economiche restano complessivamente fragili, ma i trend di crescita dovrebbero dimostrarsi più resilienti rispetto alle economie sviluppate. L’Asia, in particolare, dovrebbe fare la parte del leone nella crescita del 2023 (circa il 70%) e anche gli investimenti diretti esteri dovrebbero contribuire in modo significativo. La regione è anche risultata più autonoma e meno vulnerabile. In Cina e in India una crescita moderata potrebbe indicare cambiamenti strutturali verso modelli di crescita a lungo termine più sostenibili. Prevediamo una crescita del PIL per la Cina del 5,7% nel 2023 e del 4,3% nel 2024, mentre per l’India del 6% nel 2023 e del 5,5% nel 2024.

CICLO DI INASPRIMENTO DELLE BANCHE CENTRALI IN VIA DI CONCLUSIONE

L’inflazione sta scendendo gradualmente, soprattutto quella core. Non vediamo un ritorno a un regime di inflazione normale nell’immediato futuro, poiché è improbabile che l’inflazione core converga verso l’obiettivo delle banche centrali fino alla seconda metà del 2024.
I tassi della Fed e della BCE sono prossimi al loro picco ciclico, ma non si prevedono tagli nel 2023. Prevediamo invece un orientamento restrittivo della politica monetaria per un periodo più esteso. La liquidità dovrebbe quindi essere monitorata. La politica monetaria è più eterogenea nei mercati emergenti, dove la maggior parte dei paesi ha raggiunto i tassi massimi e la Cina sta passando a un atteggiamento più accomodante per sostenere la crescita.

IMPLICAZIONI PER GLI INVESTIMENTI: VINCERA’ LA QUALITÀ

I mercati non si sono ancora riprezzati per un peggioramento dell’outlook. Il costo generalmente elevato degli asset rischiosi, con poche eccezioni come le obbligazioni europee investment grade o le azioni cinesi, unito all’elevata incertezza sulla crescita e sull’inflazione, richiede un’asset allocation prudente in questa fase iniziale del secondo semestre. L’aggiunta del rischio richiederà un contesto in cui una parte dell’incertezza sia svanita e i prezzi di mercato siano adeguati alle prospettive economiche e degli utili.

Obbligazioni e liquidità in primo piano: si privilegiano le obbligazioni di alta qualità e la liquidità. Le obbligazioni rimangono complessivamente dei diversificatori del rischio e i titoli di Stato core mantengono un buon valore. Gli investitori dovrebbero rimanere cauti sull’high yield e monitorare la leva finanziaria e il rischio di liquidità delle società.

Nel reddito fisso dei mercati emergenti, i rendimenti e gli spread sono interessanti. Siamo positivi sulle obbligazioni in valuta forte e gli investitori dovrebbero cercare punti di ingresso nel debito in valuta locale. L’high yield dei mercati emergenti offre valutazioni interessanti.

Azioni: qualità prima di tutto. Rimaniamo cauti sull’azionario in generale. Gli investitori dovrebbero cercare una bassa leva finanziaria, dividendi protetti e una buona tenuta degli utili. Nei mercati sviluppati, l’attuale profilo rischio-rendimento è complessivamente poco interessante, mentre il rischio di concentrazione è elevato. Dopo un primo semestre difficile, l’azionario dei mercati emergenti dovrebbe beneficiare di un contesto migliore nel secondo semestre. La crescita degli utili è tornata e le valutazioni rimangono interessanti, come nel caso delle azioni cinesi.

Mercati emergenti da Occidente a Oriente: il vantaggio offerto dalla crescita dei mercati emergenti è interessante. Gli asset dei mercati emergenti sono fondamentali per migliorare la diversificazione e favorire il potenziale di rendimento a medio termine, ma la selezione rimane fondamentale, perché i mercati emergenti sono un universo frammentato. Nella seconda metà del 2023 vediamo opportunità di investimento sia per le azioni dei mercati emergenti sia per il reddito fisso, in particolare in Asia e in America Latina. Con un orizzonte di medio periodo, sarebbe opportuno costruire un’allocazione dedicata agli asset asiatici, in particolare Cina e India.