Nel primo semestre si riducono gli investimenti in private equity

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Sono stati presentati i dati sul mercato italiano del private equity e venture capital nel primo semestre del 2023; i risultati dell’analisi condotta da AIFI, in collaborazione con PwC Italia mostrano che la prima parte dell’anno ha registrato una raccolta complessiva (sul mercato e captive, cioè proveniente dalla casa madre) pari a 1.977 milioni di euro, in crescita del 16% rispetto al primo semestre del 2022.

Gli operatori che hanno effettuato un closing nel periodo sono stati 20 (26 nello stesso periodo dell’anno precedente). La raccolta sul mercato è stata pari a 1.067 milioni, in calo del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le fonti principali della raccolta sul mercato1 sono state: investitori individuali e family office, 24%, fondi di fondi privati, 23%, e fondi pensione e casse di previdenza, 18%.

A livello geografico, il 67% dei capitali proviene da investitori domestici. Con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 56% dei capitali raccolti complessivamente in operazioni di venture capital e il 35% in buyout. L’ammontare investito è stato pari a 3.189 milioni di euro, in calo del 71% rispetto ai 10.863 milioni del primo semestre del 2022, che era stato fortemente influenzato da alcune operazioni di dimensioni particolarmente elevate. Nel primo semestre 2023, invece, le operazioni di ammontare superiore a 150 milioni di euro sono state solamente 3, contro le 8 registrate nello stesso periodo dell’anno precedente.

Se si considerano solamente gli investimenti di ammontare inferiore ai 150 milioni, il dato del primo semestre 2023 risulta in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente (2.329 milioni, contro 2.516 del 2022). Il numero di operazioni si è attestato a 346, in crescita del 2% rispetto alla prima parte del 2022 (338 investimenti). Nel dettaglio, il segmento del venture capital (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) è cresciuto del 10% in numero (232), mentre è diminuito del 7% in termini di ammontare (410 milioni di euro). Il buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) ha registrato un calo del 39% per ammontare, pari a 2.215 milioni, e del 14% per numero, pari a 75.

L’expansion (investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell’azienda) è stato caratterizzato, invece, da un aumento del 13% dell’ammontare, pari a 210 milioni, e del 20% del numero, con 18 operazioni. Per quanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti sono stati 14, contro i 15 dell’anno precedente, ma l’ammontare è diminuito del 96% (263 milioni di euro), a causa dell’assenza di grandi operazioni, che avevano invece caratterizzato l’anno precedente. Le operazioni di turnaround (finalizzate al sostegno di imprese in difficoltà sono state solamente 4 (5 nello stesso periodo dell’anno precedente), per un ammontare pari a 29 milioni (-70%).

Sempre lato investimenti, dal punto di vista delle dimensioni delle imprese, prevalgono ancora una volta le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, che rappresentano l’87% del numero totale (81% nel primo semestre del 2022). Per quanto concerne la distribuzione settoriale, in termini di numero, nel comparto ICT sono state realizzate 109 operazioni (32% del totale), nel settore dei beni e servizi industriali 56 (16%) e nel medicale 48 (14%). Distribuzione degli investimenti di private equity e venture capital per settore (primi 5) In termini di distribuzione geografica, il 76% delle 313 operazioni realizzate nel primo semestre in Italia è stato realizzato al Nord (pari a 237 investimenti), il 16% al Centro (52) e il restante 8% al Sud e Isole, che 3 totalizza 24 investimenti.

A livello regionale, in linea con gli anni precedenti, la Lombardia si è classificata al primo posto in termini di numero di operazioni (161, pari al 51% del totale), seguita dal Lazio (25, 8%).