CBAM: adeguamento delle frontiere del carbonio per sei settori industriali

-
- Advertising -

Con il mese di ottobre ha preso il via la prima fase del meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio (CBAM) dell’UE, che obbliga gli esportatori di sei settori industriali ad alta intensità di carbonio a segnalare le proprie emissioni alle autorità dell’UE.

La CBAM mira a fornire condizioni di parità per i produttori dell’UE che pagano per i permessi di inquinamento da carbonio nell’ambito del sistema di scambio delle quote di emissioni del blocco, ma sono esposti alla concorrenza di aziende straniere soggette a norme ambientali più deboli. Secondo la CBAM, i produttori stranieri dovranno pagare lo stesso prezzo del carbonio dei produttori europei, una mossa volta a incoraggiare una produzione più pulita all’estero e a impedire la delocalizzazione delle industrie europee.

- Advertising -

“Dalla scorsa domenica abbiamo iniziato ad implementare un nuovo strumento rivoluzionario che alla fine estenderà gli stessi principi di prezzo del nostro sistema di scambio di quote di emissioni a tutti i prodotti ad alta intensità di carbonio importati nell’UE”, ha affermato Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia. E ha aggiunto “La CBAM incoraggerà l’industria di tutto il mondo ad abbracciare tecnologie più ecologiche. Eviterà inoltre la cosiddetta rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, ovvero il trasferimento della produzione al di fuori dei nostri confini verso Paesi con standard ambientali più bassi”.

I settori industriali

Nella fase iniziale, CBAM mirerà alle importazioni di sei settori industriali ad alta intensità di carbonio: ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, produzione di elettricità e idrogeno.

- Advertising -

A partire dal 1° ottobre, le aziende straniere in questi settori devono raccogliere i dati sulle emissioni e segnalarli a un registro transitorio ospitato dalla Commissione Europea per continuare ad esportare in Europa.

Dal 1° gennaio 2026, gli importatori dei sei tipi di prodotti interessati dovranno dichiarare ogni anno la quantità di beni importati nell’UE nell’anno precedente, nonché le relative emissioni di carbonio incorporate.

Sulla base dei dati riportati, dovranno poi pagare una commissione di “aggiustamento” per coprire il divario di prezzo del carbonio tra i prodotti extra-UE e quelli UE.

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

La CBAM (“Carbon Border Adjustment Mechanism”) rappresenta un elemento essenziale del Green Deal europeo, in cui si colloca l’insieme di proposte “Fit for 55” che mirano a ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Il nuovo tributo ambientale è finalizzato a garantire che gli sforzi di riduzione delle emissioni di gas serra in ambito Ue non siano contrastati da un contestuale aumento delle emissioni al di fuori dei suoi confini per le merci prodotte nei Paesi extra UE che vengono importate nell’Unione europea. Il meccanismo CBAM comporta l’applicazione di un prezzo per le emissioni incorporate nei prodotti di alcune tipologie di industrie, paragonabile a quello sostenuto dai produttori unionali nell’ambito del vigente sistema di scambio delle quote di emissione (EU ETS).

Visto l’impatto di tali previsioni normative, si confida nel costante aggiornamento da parte di tutti gli stakeholder coinvolti, attraverso la consultazione del sito internet del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nonché della pagina web dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.