Gli impatti della manovra sul sistema previdenziale

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Il disegno di legge di bilancio 2024-2026 approvato dal Consiglio dei ministri prevede una serie di misure che hanno un effetto sul sistema pensionistico. Per quel che riguarda specificamente le misure previdenziali è stato anticipato che quota 103, che scade a fine anno si trasformerà in una nuova quota con un innalzamento del requisito anagrafico e una conferma dell’anzianità contributiva richiesta. Si terrà poi conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere a lavoro (quali il cd. Bonus Maroni).

Alcune revisioni riguarderanno poi l’APE, con innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini rispetto alla legislazione vigente e con requisiti diversi per le donne. Per il 2024 viene poi rimodulato il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione in vigore lo scorso
anno, che tutela le pensioni più basse. Va ricordata poi la conferma della riduzione e della pressione fiscale a sostegno dei redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che beneficeranno della conferma del taglio del cuneo fiscale già in vigore e dell’anticipo della riforma fiscale con l’accorpamento delle aliquote Irpef (23% per i redditi fino a 28mila euro) e dell’innalzamento per i dipendenti della no tax area a 8500 euro.

La riduzione del costo del lavoro dovrebbe liberare risorse che, anche psicologicamente, potrebbero indurre i risparmiatori a alimentare un piano previdenziale. Si cerca poi di favorire l’occupazione, soprattutto giovanile e femminile, con la previsione di incentivi per l’assunzione. In un quadro demografico come quello italiano che si caratterizza per invecchiamento della popolazione e calo della natalità maggiori tassi di occupazione rappresentano l’architrave essenziale per un sistema pensionistico a ripartizione in cui i trattamenti previdenziali sono “pagati” dai contributi dei lavoratori
italiani.

In manovra viene poi confermata la detassazione dei premi produttività al 5% e la soglia fino a 2000 euro dei fringe benefit per i lavoratori con figli a carico, fino a 1000 euro per tutti gli altri (si potranno utilizzare anche per pagamenti di affitto e mutuo prima casa). La misura si colloca in un sostegno al welfare aziendale che mira a incrementare la produttività , a favorire il benessere aziendale e a inserire strumenti di sostegno al welfare come i fondi pensione.