J. SAFRA SARASIN: azionario cinese, una grande muraglia di preoccupazioni

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Le azioni cinesi hanno subito un forte deprezzamento recentemente, toccando livelli di valutazione dai quali hanno tipicamente recuperato nei mesi e negli anni passati. Potremmo immaginare che, con la crescente attenzione del governo per la debolezza del mercato azionario, si assista nuovamente a una breve ripresa da livelli di ipervenduto. Tuttavia, a nostro avviso, ciò rappresenterebbe un’opportunità per ridurre l’esposizione, anziché un motivo per aggiungerne.

È improbabile che le numerose sfide che continuano a ostacolare la crescita, i mercati del credito e i mercati azionari si risolvano rapidamente, lasciando le azioni cinesi esposte a significativi rischi di ribasso nel medio termine. Sebbene le autorità possano adottare misure a breve termine per migliorare il sentiment del mercato, le dinamiche sottostanti sono molto più difficili da invertire. Il flusso di credito mensile è sceso a luglio ai minimi di 14 anni, trascinando l’impulso creditizio (variazione del flusso di credito) al livello più basso dal luglio 2021. La novità per le autorità cinesi è che la crescita del credito è limitata dall’assenza di domanda, poiché l’insaziabile richiesta di investimenti immobiliari da parte delle famiglie è praticamente svanita. Ciò rende lo stimolo al credito più difficile da ottenere rispetto al passato. Pertanto, le misure volte a migliorare la domanda di credito richiederebbero al governo di ricostruire la fiducia nel mercato immobiliare. Ma questo va contro il suo stesso obiettivo di ridurre la leva finanziaria del settore privato e dimostra che non c’è una via d’uscita facile dalla situazione attuale. Di conseguenza, le prospettive di rialzo per i mercati sono limitate dal fatto che il sostegno a breve termine creerebbe probabilmente sfide più grandi in futuro. Nella migliore delle ipotesi si può sperare in una stabilizzazione del ciclo, mentre i rischi al ribasso sono sostanzialmente più pronunciati con un ciclo del credito di 20 anni che sta per concludersi.

Le prospettive a lungo termine del mercato azionario cinese sono limitate anche dalla sua bassa leva operativa rispetto alla crescita del PIL. Negli ultimi 20 anni, la crescita degli utili dell’MSCI China ha superato quella degli Stati Uniti solo quando il PIL cinese è cresciuto più del 5% in più rispetto a quello statunitense. Poiché è improbabile che ciò si verifichi in modo duraturo nei prossimi anni, così come è improbabile che si verifichi un miglioramento sostanziale della leva operativa, l’esposizione alle azioni cinesi dovrebbe essere limitata anche in un’asset allocation strategica.