La rivalutazione delle pensioni il prossimo anno

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La Legge di Bilancio modifica la percentuale di rivalutazione che si applicherà alle pensioni il prossimo anno. In attesa di avere il dato definitivo da applicare per recuperare in termini di potere d’acquisito la manovra finanziaria stima che l’inflazione da “riconoscere” sia il 5,6%. Per quel che riguarda le percentuali da applicare si mantengono le fasce che erano state previste nella scorsa Legge di Bilancio con l’unico intervento per le pensioni complessivamente superiori a dieci volte il
trattamento INPS portandolo da 32 punti percentuali a 22 punti percentuali.

Come si rivaluteranno allora le pensioni? Per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS, il recupero riconosciuto è nella misura del 100%. Si riconosce l’85% alle pensioni complessivamente pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS, il 53 % ai trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS; il 47 % per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS; il 37% alle pensioni complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a dieci volte il trattamento minimo INPS; il 22 % ai trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il trattamento minimo INPS.

Va opportunamente ricordato come il decreto anticipi, in analogia a quanto aveva già fatto in precedenza il Governo Draghi, si corrisponderà dal 1 dicembre il conguaglio della rivalutazione dei trattamenti pensionistici in relazione al tasso di inflazione dell’anno 2022. Più nello specifico il conguaglio è pari allo 0,8% in base al dato definitivo dell’inflazione dello scorso anno pari all’8,1% (perequazione), considerando che il tasso provvisorio applicato era del 7,3%.

E’ ancora da evidenziarsi , sempre in termini di rivalutazione delle pensioni, come il Ministero del Lavoro ha reso noto come l’ISTAT ha comunicato il valore del tasso annuo di capitalizzazione ai fini della rivalutazione dei montanti contributivi relativamente all’anno 2023, ai sensi dell’art. 1, comma 9, della Legge n. 335 del 8 agosto 1995. Il tasso medio annuo composto di variazione del prodotto interno lordo nominale, nei cinque anni precedenti il 2023, risulta pari a 0,023082 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,023082.

Va ricordato come nel metodo di calcolo contributivo la pensione è funzione dei contributi versati lungo l’arco della intera vita lavorativa del futuro percettore. Annualmente il montante viene rivalutato sulla base della media del Pil dell’ultimo quinquennio in maniera tale per tutelarne il valore reale. Al momento del pensionamento si determinerà la rendita utilizzando gli specifici coefficienti di trasformazione che riflettono l’andamento della piramide demografica del nostro Paese e che vengono rivisti con periodicità biennale.