Btp e integrazione pensionistica

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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato il calendario 2024 del Debito Pubblico che fissa le date in cui si terranno le aste del nuovo anno, indicando anche le tempistiche per il regolamento di tutte le operazioni, nonché i giorni delle comunicazioni ufficiali previste per l’annuncio dei Titoli offerti in ciascuna asta. Con il calendario sono state rese note anche le Linee guida per la gestione del Debito Pubblico per il 2024.

Partendo dal quadro attuale, relativamente all’anno 2023 sono stati emessi complessivamente titoli per un ammontare di poco inferiore ai 516 miliardi di euro, di cui quasi 360 miliardi di euro di titoli a medio-lungo termine e poco oltre 156 miliardi di euro di BOT. Il costo medio annuo all’emissione, al termine dei collocamenti del 2023, coerentemente con lo scenario globale di rialzo dei tassi, risulta essere stato pari al 3,76%, in aumento rispetto all’1,71% del 2022. La vita media a fine anno resta stabile intorno ai 7 anni (6,97 anni, rispetto ai 7,04 anni del 2022).

Per quel che riguarda la politica di emissione e gestione del debito nel 2024 sarà orientata principalmente al conseguimento della copertura del fabbisogno a costi il più possibile in linea con l’andamento del mercato, consolidare i risultati già acquisiti in termini di esposizione ai principali rischi, in particolare quello di tasso di interesse e di rifinanziamento, anche attraverso la progressiva e graduale riduzione delle emissioni nel tratto a breve della curva dei rendimenti, contribuire ad un progressivo miglioramento delle condizioni di liquidità del mercato secondario, proseguire nell’efficiente gestione delle giacenze liquide del Tesoro.

Tra i diversi obiettivi che ci si prefigge vi è quello di proseguire nell’ offerta dedicata agli investitori retail, volta ad ampliare la loro partecipazione diretta al debito pubblico, anche mediante nuovi strumenti. Il Tesoro da diversi anni persegue una politica di gestione del debito finalizzata tra l’altro ad ampliare il coinvolgimento dei piccoli investitori al dettaglio, si legge, che hanno la possibilità o necessità di investire somme anche contenute nella detenzione diretta di titoli di Stato. In un contesto di tassi di interesse storicamente molto bassi e di forte sviluppo di strumenti alternativi proposti dall’industria finanziaria, come quello che ha caratterizzato l’ultimo decennio, il perseguimento di questo obbiettivo è stato complesso e in effetti la quota dei titoli di Stato in mano a questi investitori in anni recenti è rimasta molto bassa.

A partire dal 2022, si è notata una prima inversione di tendenza, con questa quota che è tornata lievemente a salire nonostante la sottostante continua crescita dello stock di debito. A questa evoluzione, oltre all’andamento dei tassi di interesse, hanno sicuramente contribuito gli strumenti dedicati a questi risparmiatori che il Tesoro ha introdotto nell’ultimo decennio, quali il BTP Italia, il BTP Futura e il BTP Valore lanciato nel corso di quest’anno. Durante il prossimo anno, in considerazione dell’ottimo riscontro ricevuto dal mercato sulle emissioni dedicate al pubblico dei risparmiatori retail, il Tesoro continuerà a proporre questi strumenti, tenuto conto anche del generale contesto di tassi di interesse più elevati rispetto al recente passato.

Tra le diverse funzioni che, in particolare, i Btp possono interpretare vi è anche quello di fungere da possibile soluzione di integrazione pensionistica, partendo da un capitale già accumulato, attraverso il flusso cedolare. La cedola rappresenta infatti una rendita finanziaria che contribuisce ad essere un utile complemento al trattamento pensionistico obbligatorio. Va in ogni modo sottolineato come tale possibile strategia non esclude la possibilità primaria rappresentata dalle rendite assicurative erogate da polizze vita o fondi pensione che ,essendo erogate “vita natural durante”, coprono il risparmiatore dal rischio longevità.

Va evidenziato come dal punto di vista fiscale i Btp sono tassati al 12,50% e sono esenti da imposta di successione. Secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2024 in fase di approvazione definitiva vengono poi esclusi dal calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di Stato e alcuni prodotti finanziari di raccolta del risparmio come i buoni postali.