Federated Hermes: neanche l’inflazione preoccupa i listini

-

Nonostante le preoccupazioni che ruotano intorno all’ultimo dato sul CPI, i mercati azionari statunitensi non si sono lasciati scoraggiare e l’S&P è salito a un altro massimo storico nei giorni scorsi, trainato dalla crescita e dal settore tecnologico. Sebbene questa frase sia diventata la norma nell’era dei Magnifici Sette, non riflette la tendenza generale a cui abbiamo assistito questo mese: una rotazione al di fuori del momentum che ha coinvolto il mercato in senso più ampio. Ciò ha alleviato le preoccupazioni degli investitori di un mercato ristretto e ha dato slancio al rally del risk on.

Sembra che anche il mercato del credito sia sulla stessa lunghezza d’onda, con i tripla C che hanno realizzato grandi performance di recente. Con il risultato di un soft landing ormai ampiamente condiviso, la domanda più importante per il posizionamento è quella dei tagli dei tassi: quanto velocemente e quanti. Sebbene gli investitori non siano molto d’accordo sulla velocità e sulla portata dei tagli, sono pochi quelli che scommettono contro la prospettiva a lungo termine di un calo dei tassi di riferimento. Naturalmente, dovishness e crescita vanno di pari passo e quindi, in quanto investitori di lungo termine, privilegiamo la crescita in questo contesto, pur rimanendo consapevoli che la strada verso i tassi bassi non sarà probabilmente agevole. Pertanto, manteniamo la nostra preferenza per il quality all’interno dello spazio growth.