Sostegno alle banche, c’è un’ipotesi “di sistema”

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La discussione nel vertice di Palazzo Chigi tra Tesoro, Cdp, fondazioni e vertici dei principali istituti. Allo studio strumenti privati per aumenti di capitale e sofferenze

I mercati azionari sembrano apprezzare i “rumors” che circolano su un’ipotesi di intervento di “sistema” per sostenere il comparto bancario nazionale messo alla prova dai necessari aumenti di capitale e dall’urgenza di smaltire le sofferenze che appesantiscono i bilanci.

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L’ipotesi di un nuovo fondo di tipo privatistico per il sostegno del settore bancario italiano è stata effettivamente valutata ieri in una riunione a Palazzo Chigi, ha confermato il presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine dell’apertura del Salone del risparmio a Milano, ma non è stata al momento ancora discussa con l’Unione europea.

Uno dei dossier più delicati riguarda l’aumento fino a 1,75 miliardi di euro necessario alla Popolare di Vicenza, garantito dalla sola Unicredit e che deve andare in porto entro aprile. Tempi stretti e condizioni di mercato non favorevoli mettono in difficoltà l’istituto guidato da Federico Ghizzoni. Anche Veneto Banca deve lanciare un aumento da un miliardo garantito da un consorzio guidato da Intesa Sanpaolo.

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Positivi i commenti giunti da alcuni osservatori che guardano con favore a una messa in sicurezza delle banche più problematiche, con una soluzione che alleggerisca l’intero settore da quel ‘rischio sistemico’ che sta attualmente penalizzando i titoli sui listini.

Equita ha posto in evidenza, tuttavia, i tempi molti stretti. “Di sicuro l’intero progetto ha un difetto: arriva all’ultimo momento, nell’imminenza dell’aumento Vicenza. Per il mercato la soluzione migliore sarebbe stata che le banche più deboli fossero acquisite dalle due banche maggiori”.
Per gli analisti della Sim la creazione di due fondi, (uno che garantirebbe gli aumenti delle due banche venete, e l’altro che comprerebbe gli Non-performing-loans) “possono rappresentare una soluzione alternativa, ma l’implementazione richiede tempo e l’equity delle banche oggetto di intervento potrebbe subire una forte diluizione (a seconda della perdita su Npl e condizioni dell’aumento di capitale)”.