Petrolio, prezzi fenati dai dubbi sui tagli

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Quotazioni volatili: si teme che non tutti i produttori rispettino le riduzioni della produzione programmate. In particolare l’Iraq

Il greggio mostra anche oggi prezzi in leggero rialzo ma da giorni si vedono anche molti cambi di direzione.
A metà giornata il futures sul Brent saliva di 50 centesimi a 57,39 dollari (+0,88%), e il greggio Usa avanzava di 44 cent a 54,20 dollari (+0,82%).
Molti esperti pensano che la tendenza a lungo termine sia al rialzo, ma dopo un progresso di pochi dollari, si vedono subito prese di profitto e questo è indice di qualcosa che non quadra.

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In effetti il mercato del greggio è minato da dubbi non da poco: ai segnali di tagli alla produzione da parte dei membri dell’Opec si contrappongono i timori che altri produttori possano venire meno agli impegni presi in tema di riduzione dell’offerta, decisa per contenere l’eccesso di produzione globale e il disastroso calo dei prezzi.

Finora le quotazioni dell’oro nero hanno corso al rialzo proprio sull’onda della decisione presa a Vienna lo scorso 10 dicembre e soprattutto delle notizie di tagli alla produzione da parte dell’Arabia Saudita, che potrebbe ulteriormente intervenire con altre riduzioni, e anche da parte di Abu Dhabi, ma rimangono tuttavia ancora dubbi che tutti i produttori rispettino in pieno le riduzioni programmate.
Tra questi, in particolare, gli analisti citano l’Iraq.

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