Considerazioni sulle ripercussioni generali delle tensioni fra Stati Uniti e Iran per gli investimenti

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I nostri responsabili senior degli investimenti si sono incontrati di recente per discutere delle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Medio Oriente. Qui condividono alcune prime riflessioni sulle potenziali ripercussioni per i mercati.

Dopo il raid aereo sferrato dagli Stati Uniti nei pressi dell’aeroporto di Baghdad, che ha ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani, abbiamo convocato una riunione dei nostri responsabili senior degli investimenti di vari team di Franklin Templeton – tra i quali alcuni dei nostri professionisti degli investimenti con sede in Medio Oriente – per valutare le ripercussioni degli ultimi eventi sui mercati.

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Il generale Soleimani era il comandante della forza QUDS nel Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC), che sovrintende le azioni militari dell’Iran contro potenze straniere. Era comunemente considerato la seconda persona più potente in Iran, dopo il leader supremo Ayatollah Ali Khomeini. Il suo assassinio ha acuito le tensioni in Medio Oriente, e spingendo il regime di Teheran a predisporre una rappresaglia.

Non sorprende che i vari team di investimento abbiano espresso al riguardo una moltitudine di opinioni, che vanno dal timore di una possibile accentuazione del rischio di lungo periodo alla visione più ottimistica di una risposta razionale iraniana a questa azione. È importante sottolineare che numerose altre potenze mondiali – in particolare Francia, Gran Bretagna, Germania e Cina – hanno espresso posizioni di sostegno a un allentamento a breve termine delle attuali tensioni, che apre le porte a possibili soluzioni diplomatiche.

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Le tensioni fra Stati Uniti e Iran sembrano in realtà avvitarsi dall’estate scorsa, in gran parte attraverso una serie di attacchi indiretti, per esempio alle petroliere nello Stretto di Hormuz, alle infrastrutture petrolifere in Arabia Saudita e più recentemente agli impianti statunitensi in Iraq.

Riteniamo che il recente raid aereo degli Stati Uniti possa indicare una discontinuità nella politica degli Stati Uniti. Rimane da capire se rendere l’Iran responsabile delle azioni dei suoi alleati servirà da reale deterrente contro ulteriori minacce asimmetriche da parte di questo paese, soprattutto considerando che sull’Iran continua a pesare la minaccia di dure sanzioni economiche. Tuttavia, la difesa della Rivoluzione Islamica sembra rimanere l’obiettivo primario dei vertici iraniani.

La reazione del mercato è stata finora più modesta di quanto ci saremmo attesi e suggerisce che gli investitori confidano nel superamento di questo periodo di tensione. Ciò detto, è opportuno evidenziare l’aumento dei prezzi dell’oro nell’ultimo mese, in parte attribuibile ai crescenti rischi di coda, fra i quali le tensioni geopolitiche.

Si noti inoltre che quando sopraggiunge una nuova informazione o un evento di questo tipo, gli investitori possono modificare le posizioni o riorientare l’esposizione verso altre partecipazioni o altri settori. Questo effetto catalitico può portare a cambiamenti che sembrano solo marginalmente legati alla situazione attuale.

In termini generali, i nostri team di investimento azionario hanno espresso maggiore ottimismo sulle prospettive, mentre i nostri team obbligazionari hanno rilevato la possibilità di un aumento del premio di rischio sui mercati globali.

In linea di massima, per le soluzioni Global Macro e Multi-Asset ci concentriamo sulla possibilità che le code della distribuzione dei potenziali risultati di mercato (dalle estremità più negative a quelle più positive dello spettro) diventino “un po’ più spesse”, sottolineando l’importanza di una protezione dai ribassi se gli eventi non dovessero evolvere nella direzione più favorevole che tutti auspichiamo.