Estate calda: dai timori per l’inflazione a quelli per la crescita

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Nonostante i livelli elevati di inflazione, le pressioni al rialzo osservate e previste sembrano diminuire. L’aumento dei prezzi continua a sorprendere al rialzo, ma la dinamica è cambiata e dovrebbe rallentare nei prossimi mesi.

L’inflazione fuori controllo sembra ormai un fattore secondario per i mercati, come dimostra il livello dell’IPC di giugno attestatosi al 9,1% negli Stati Uniti. La credibilità delle banche centrali nella lotta all’inflazione e le preoccupazioni per la crescita aumentano la pressione al ribasso sui rendimenti obbligazionari.

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Inoltre, i dati macroeconomici statunitensi hanno sorpreso negativamente, un fattore in genere associato a un calo dei rendimenti obbligazionari USA.

Manteniamo un approccio globale ampiamente bilanciato prima di posizionarci per la prossima fase del ciclo, a prescindere da che si tratti di un soft o hard landing. Manteniamo una posizione neutrale sull’azionario e da questa primavera, abbiamo gradualmente aumentato la duration dell’esposizione obbligazionaria. Inoltre, prevediamo che, in un contesto di volatilità, gli investimenti alternativi continueranno a sovraperformare gli asset tradizionali.

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Secondo le previsioni, i prezzi del gas in Europa dovrebbero restare più alti ancora a lungo, poiché i mercati prevedono ora una perturbazione più prolungata rispetto a quella verificatasi subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Dato lo sfavorevole rapporto rischio/rendimento, abbiamo leggermente ridotto l’esposizione alle azioni dell’Eurozona. Le prospettive per l’azionario continuano a deteriorarsi, poiché i ricavi, i margini e, in definitiva, gli utili potrebbero essere rivisti al ribasso a causa dell’inflazione elevata e del rallentamento economico.

Il settore sanitario dovrebbe garantire una certa stabilità nell’attuale scenario volatile perché non ha subito alcun impatto negativo a causa della guerra, ha un carattere difensivo, dipende in misura limitata dal contesto economico, ed è caratterizzato da innovazione e valutazioni interessanti. Il contesto attuale favorisce le società con potere di determinazione dei prezzi nel settore dei beni di prima necessità.

All’interno dell’universo tecnologico, i segmenti di software e servizi presentano un rischio sugli utili inferiore, ma dipendono maggiormente dall’evoluzione dei tassi di interesse a lungo termine. Riteniamo che l’aumento dei rendimenti (reali) stia rallentando, dopo il forte impatto esercitato sulle valutazioni dei titoli Tech durante il primo semestre. Inoltre, non c’è una ragione particolare per cui il comparto hardware dovrebbe performare peggio del comparto dei semiconduttori o dei software. La tendenza dovrebbe essere favorevole a tutti i settori.

Attualmente abbiamo una leggera preferenza per i segmenti meno ciclici e meno dipendenti dalla fiducia dei consumatori. I semiconduttori rivelano un rischio sugli utili più elevato, ma data la significativa correzione subita dall’inizio dell’anno, unita alle reazioni positive agli annunci sugli utili di Samsung e Micron, riteniamo che molte notizie negative siano già state scontate.

Poiché prevediamo un rallentamento della crescita, aspettative di inflazione ai massimi e banche centrali pronte alla stretta, continuiamo a pensare che una duration più lunga sul reddito fisso sembri sempre più interessante.

Abbiamo incrementato la duration tramite le obbligazioni sovrane USA, per avere così una duration complessiva neutrale, poiché la stretta monetaria della Fed è ora ampiamente scontata nella parte breve della curva dei rendimenti. Preferiamo il credito IG europeo rispetto al credito IG statunitense.

Sul fonte monetario, negli ultimi mesi, il dollaro USA si è progressivamente rafforzato, una tendenza principalmente ascrivibile ai movimenti di “risk-off”, alla guerra russo-ucraina e ai lockdown in Cina. Tuttavia, Osservando i precedenti storici, più saremo vicini a una recessione più il dollaro USA potrebbe indebolirsi rispetto allo Yen, all’Euro e al Franco svizzero.