Segnali distensivi su regolamentazione e sanità, è ora di puntare sulla Cina?

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Nella prima metà dell’anno non sono mancati gli eventi. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato un aumento dei prezzi delle materie prime, gettando ulteriore benzina sul fuoco dell’inflazione globale inizialmente innescata dagli stimoli fiscali e monetari applicati in tutto il mondo (con la notevole eccezione della Cina) nel 2020/21.

Dai commenti di alcune grandi aziende emerge l’ombra della minore visibilità sulla crescita economica. Microsoft ha rivisto al ribasso le stime a breve termine, mentre alcuni rivenditori statunitensi (Target e Walmart), hanno parlato di un aumento delle scorte a causa della minore domanda dei consumatori. Samsung Electronics ha chiesto ad alcuni fornitori di ritardare le spedizioni e TSMC ha ribadito le sue previsioni di forte crescita per il 2022, ma è stata un po’ più cauta sul 2023.

Nel frattempo, in Cina si notano alcuni segnali di distensione dopo i rigidi lockdown di marzo/aprile. Emerge inoltre un allentamento sul fronte della regolamentazione tecnologica con l’approvazione di diverse nuove licenze di giochi (le prime da luglio 2021) e la finalizzazione dei negoziati con DiDi, la società di ride-hailing finita nel mirino delle autorità di regolamentazione dopo essersi quotata negli Stati Uniti nonostante gli avvertimenti delle autorità cinesi.

In questo contesto, la Cina e Hong Kong hanno registrato una performance relativamente buona, mentre Taiwan e la Corea, mercati tipicamente sensibili alla crescita globale, hanno sottoperformato.

Non condividiamo l’opinione che la Cina sia diventata “non investibile”, nonostante i molteplici rischi emersi negli ultimi 18 mesi. Riteniamo invece che la maggior parte dei rischi risieda “nel prezzo” e che qualsiasi miglioramento incrementale possa portare a un sostanziale rialzo, dato il punto di partenza in termini di valutazioni.

Suofeiya, società specializzata in mobili su misura e quotata sul mercato A-share, è rimbalzata nel periodo in esame grazie al miglioramento del sentiment sulle vendite immobiliari in Cina. Per contestualizzare, l’anno scorso gli utili della società hanno risentito di una svalutazione dei crediti, effetto indiretto delle preoccupazioni legate ai problemi di liquidità dell’immobiliarista cinese Evergrande. Pur essendo un fatto spiacevole, non ha minacciato in alcun modo la sopravvivenza dell’azienda, ma è stato sufficiente a far scendere le azioni da 23 a 10 volte il P/E a 12 mesi. I dati recenti sono incoraggianti, in quanto il management ha ribadito l’obiettivo di crescita del fatturato dal +15 al +20% per il 2022, grazie alla ripresa della domanda dopo i lockdown e al continuo roll-out dei marchi non-core, Milana e Cuisines Schmidt. Riteniamo che la valutazione delle azioni resti molto interessante.

Anche Vipshop ha contribuito in modo significativo alla performance. Il principale operatore di flash-sales in Cina è un’altra società che ha sofferto del rallentamento dei consumi. Ciononostante, l’azienda è riuscita a superare le stime sugli utili nel 1° trimestre, grazie a un efficace controllo dei costi. Inoltre, il management ha lanciato un segnale forte, annunciando un programma di riacquisto di azioni per 1 miliardo di dollari (pari al 15% della capitalizzazione di mercato).

Bafang Electric, leader mondiale nei sistemi di trasmissione per biciclette elettriche, ha riportato ottimi risultati nel primo trimestre, con un aumento dei ricavi del 45% su base annua e un incremento degli utili del 20%, nonostante i molteplici fattori negativi legati alla catena di approvvigionamento e alla logistica.