MFS IM – Commento sugli esiti della riunione della BCE

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L’aumento dei tassi di riferimento di 75 pb è un tentativo della BCE di tornare alla “neutralità” per evitare che le pressioni inflazionistiche si consolidino.

La decisione è stata presa all’unanimità, anche se il dibattito sulla corretta entità del rialzo odierno è stato vivace, con diversi membri del Consiglio Direttivo che avevano opinioni diverse.

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Il tono generale della conferenza stampa è stato moderatamente improntato al rigore. La BCE si è trovata nella situazione di dover “aggiustare” l’entità degli ultimi rialzi (50 pb a luglio e 75 pb ieri) sulla base delle sorprese al rialzo registrate dall’inflazione.

I tassi di riferimento sono considerati lo strumento migliore per contrastare l’aumento delle aspettative di inflazione nell’attuale congiuntura e non sono state apportate modifiche agli altri strumenti (APP e reinvestimenti PEPP).

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La Lagarde è stata più aggressiva durante la conferenza stampa, sottolineando che la BCE è determinata a riportare l’inflazione verso l’obiettivo e che, se necessario, i tassi di riferimento possono essere portati a livelli superiori a quello “neutrale”.

Per quanto riguarda i passi futuri, “il Consiglio Direttivo prevede di alzare ulteriormente i tassi di interesse per smorzare la domanda e proteggersi dal rischio di un persistente spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione”. A nostro avviso, si tratta di una dichiarazione forte, in quanto chiarisce che la BCE è disposta a sacrificare la crescita per raggiungere l’obiettivo di inflazione ed evitare che le aspettative di inflazione aumentino.

La BCE ha inoltre deciso di porre fine al sistema a due livelli per la remunerazione delle riserve in eccesso dopo l’aumento di 75 pb, in quanto non più necessario in un contesto di tassi di riferimento positivi.