Atene, il Parlamento ha approvato il piano

di redazione -

L’accordo è passato con 222 sì, 64 no e 11 astenuti al termine di una notte di lavori. Il voto sblocca aiuti per 85 miliardi di euro. Scetticismo della Germania

Al termine di una lunghissima seduta, stamattina il Parlamento greco ha approvato il piano di privatizzazione e tagli messo a punto nei giorni scorsi con i creditori internazionali.
Il voto favorevole, ottenuto con 222 sì, 64 no e 11 astenuti, sblocca aiuti ad Atene per 85 miliardi di euro.
Una riunione dell’eurogruppo, nelle prossime ore, esaminerà sia la possibilità di dare il via libera al salvataggio attraverso l’Esm (European Stability Mechanism) sia l’opzione di un nuovo prestito ponte, sostenuta da Berlino: fonti Ue spiegano come entrambe le procedure siano state già attivate e pronte ad essere applicate.

“Berlino getta sabbia negli ingranaggi dell’accordo sulla Grecia”. Così titola il Financial Times un articolo che presenta un retroscena: si tratta di un documento in cui il ministero delle finanze tedesco “elenca le sue obiezioni all’intesa” e che sarebbe “circolato fra i partner dell’eurozona poche ore prima del voto del Parlamento greco”.
Secondo il quotidiano inglese, questo pone le basi per un incontro potenzialmente difficile all’eurogruppo.

Il ministero tedesco delle finanze nega di voler respingere l’accordo, ma spiega che alcune questioni devono essere valutate in sede di Eurogruppo”. Fra questi, il ritardo nelle riforme, la sostenibilità del debito greco e il ruolo del Fondo Monetario Internazionale, oltre al fatto che alcune misure sono state rinviate fino a ottobre o novembre ed altre “non sono ancora dettagliate”. In particolar modo, preoccupa la proposta di rinvio del fondo da 50 miliardi per le privatizzazioni.

Intanto arriva una sorpresa dal Pil greco, che cresce  nel secondo trimestre con un +0,8% rispetto ai tre mesi precedenti. Il miglioramento, sempre che le statistiche siano affidabili, sarebbe stato messo a segno nonostante il durissimo negoziato con i creditori (-0,5% erano le attese degli economisti).
Su base annua l’aumento risulta del 1,5%. L’istituto statistico ha anche rivisto in meglio le stime per i primi 3 mesi dell’anno, in stagnazione rispetto al -0,2% stimato in precedenza.