Cina, seconda svalutazione dello yuan

di redazione -

La banca centrale ha attuato una seconda mossa a sorpresa, dopo quella di ieri, che ha spiazzato i mercati. Tasso di cambio a 6.3306 contro il dollaro

Non è bastata, evidentemente, la manovra di ieri. La banca centrale cinese è intervenuta oggi con una seconda svalutazione dello yuan, portando il tasso di cambio contro il dollaro a quota 6.3306.
Anche questa volta Pechino ha definito la manovra “una tantum”, nel quadro di un nuovo sistema di gestione dei cambi che dovrà fare più riferimento al mercato. “Attualmente – ha spiegato la banca centrale – non ci sono le basi per un sostenuto trend di deprezzamento”.

La nuova mossa, dopo quella già mal digerita ieri, non è piaciuta affatto ai mercati. La decisione di Pechino punta di fatto a sostenere l’export cinese in un momento di sofferenza, e si teme l’avvio di una guerra valutaria.
Lo yuan in due giorni ha perso il 3,5% del suo valore in Cina e circa il 4,8% sui mercati globali.

Tra le valute più colpite dalla svalutazione della moneta cinese ci sono la rupia indonesiana e il ringgit malese, ai minimi da 17 anni, mentre il dollaro australiano e quello neozelandese scendono ai minimi da sei anni.