La Bce non scaccia i timori di deflazione

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Nonostante sette mesi di quantitative easing, i prezzi al consumo nella zona euro sono in calo. A settembre l’indice dovrebbe essere -0,1%. Pesa il calo dei prezzi energetici

E’ una congiuntura complicata quella che rischia di vanificare gli effetti del quantitative easing varato dalla Bce nel marzo scorso e che si ripropone principalmente di portare la dinamica dell’inflazione europea intorno a +2% annuo.
Per la prima volta dal lancio del programma di acquisto di bond da parte del team guidato da Mario Draghi per supportare l’economia, l’inflazione annua di Eurolandia è vista segnare una contrazione.

Secondo Eurostat, l’Ufficio statistico europeo che ha appena diffuso la sua stima flash mensile in attesa di quella definitiva a metà ottobre, a settembre l’indice dovrebbe segnare un -0,1%, a causa soprattutto della flessione dei prezzi energetici.
Il dato non è in linea con le stime degli analisti che si attendevano un valore stabile.

Il capitolo energia dovrebbe aver segnato ancora una contrazione dell’8,9% dopo il -7,2% precedente.
I prezzi dei cibi e dei tabacchi dovrebbero invece risultare in salita dell’1,4% mentre quelli dei servizi dell’1,3%.