Confindustria: migliora l’occupazione, rallenta il Pil

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Nel suo outlook di fine anno l’associazione punta inoltre il dito sull’evasione fiscale, che frena l’economia impedendo di abbassare le tasse

L’economia italiana quest’anno crescerà dello 0,8%, anziché dell’1% previsto in precedenza. L’ufficio studi di Confindustria ha diffuso oggi il suo outlook di fine anno, rivedendo, al ribasso, le stime sul Pil. Anche per il 2016 l’associazione degli industriali è leggermente più pessimista: la previsione è per una crescita dell’1,4%, anziché dell’1,5%, mentre l’anno successivo ci si dovrebbe fermare a più 1,3%.

Il mancato decollo dell’economia italiana, secondo gli economisti, è un “vero rebus”: dopo tre anni in cui l’economia è stata in recessione, il Pil nel 2015 è tornato a crescere per la prima volta, “ma meno velocemente di quanto atteso”.

Migliora invece, secondo il centro studi di viale dell’Astronomia, la situazione sul mercato del lavoro. La disoccupazione dovrebbe scendere quest’anno al 12%, e calare ulteriormente all’11,6% nel 2016 e all’11,1% nel 2017. Nel triennio i nuovi posti di lavoro saranno 650 mila, per un totale di 815 mila da quando, nel 2014, il mercato del lavoro è tornato a crescere.

Oltre alle consuete analisi su occupazione e Pil, l’analisi di Confindustria si sofferma sull’evasione fiscale, sottolineando come questa blocchi “lo sviluppo economico e civile”. 

I mancati introiti per lo Stato sono di circa 122 miliardi di euro all’anno, pari al 7,5% del Pil. Se riducesse della metà questa cifra, sarebbe finalmente possibile abbassare le aliquote e quindi la pressione fiscale, e restituire ai contribuenti le risorse recuperate. E questo consentirebbe di far decollare la crescita, con un aumento del Pil del 3,1%, e oltre 335mila occupati in più.

In dettaglio, secondo i conti del centro studi di Confindustria, l’evasione sottrae al fisco quasi 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3 di Irap e 16,3 di altre imposte indirette, oltre a 34,4 miliardi di contributi previdenziali.

La pressione fiscale nel 2015 risulta pari al 43,8% del Pil, in aumento, dunque, rispetto al 43,6% del 2014. Tuttavia gli analisti stimano un calo nei prossimi anni: al 43,5% nel 2016 e al 43,2% nel 2017. E questo sarebbe il livello più basso dal 2011.

Per le famiglie, il peso del fisco è tuttavia maggiore: oltre la metà del reddito delle famiglie va in tasse. Secondo i calcoli di Confindustria, nel 2015 una famiglia composta da due lavoratori dipendenti con un figlio in età scolare, e con una casa di proprietà, ha versato il 54,9% del reddito in contributi sociali e imposte, tra dirette e indirette.