Standard Ethics, giù il rating di Telecom e Vivendi

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Giudicata insufficiente l’attenzione delle due società verso gli azionisti di minoranza. Per entrambe, il giudizio sulla Csr passa da “EE–” a “E+”

Standard Ethics, agenzia di valutazione della responsabilità sociale delle imprese (Csr – corporate social responsibility) ha annunciato di aver ridotto il rating attribuito a Telecom Italia e Vivendi. Per entrambe le società il giudizio passa dal precedente “EE–” a “E+”, e per entrambe i problemi riguardano la sfera della tutela degli azionisti di minoranza.

Un fronte sul quale, spiega Standard Ethics, che pure mantiene una visione positiva sulle due imprese, ritiene siano necessari interventi migliorativi.

Telecom Italia, in particolare, dovrebbe adottare politiche (e strumenti regolamentari) tali da assicurare l’indipedenza gestionale della società, negli interessi degli azionisti di minoranza e degli investitori istituzionali e da limitare i casi di interlocking directorship tra i Cda di Telecom e di Vivendi (la presenza cioè di amministratori nei consigli di entrambe le società).

Quanto a Vivendi, secondo Standard Ethics “dovrebbe assicurare ai propri azionisti di minoranza la massima protezione contro: 1) eventuali rischi reputazionali ed operativi derivanti da un’eccesiva concentrazione di poteri e 2) eventuali rischi legali derivanti dalla gestione di un carico non funzionale, e non necessario, di informazioni privilegiate”.

La partecipazione di Vivendi, aggiunge tuttavia l’agenzia di analisi, può rappresentare per Telecom Italia un interessante passo in avanti per migliorare le capacità manageriali, garantire stabilità azionaria, aggiornare le politiche di sostenibilità e soprattutto per le sinergie industriali e commerciali che si creeranno sul mercato francese e su quello Italiano.

Si tratterà inoltre di sinergie non in conflitto d’interesse come invece potevano essere, in precedenza, quelle con la ex controllante Telefonica (che operava in concorrenza nel medesimo settore di attività).