Banco Popolare sanzionato dalla Consob

di Rosaria Barrile -

Dalle ispezioni condotte tra il 2013 e il 2014, è emerso come l’istituto abbia venduto non i prodotti più adatti alla clientela ma quelli che favorivano la realizzazione dei suoi obiettivi economici

Mentre in queste ore si susseguono le anticipazioni circa le imminenti nozze con la Bpm, si apprende che i vertici del Banco Popolare sono stati multati dalla Consob per violazioni di obblighi di comportamento in materia di investimenti per un totale di 261.500 euro di sanzioni amministrative.
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha deciso di multare l’Istituto di credito in seguito all’esito dell’attività di vigilanza e agli esiti delle verifiche ispettive condotte tra il 2013 e il 2014.

Come riportato dalla delibera n. 19368, pubblicata nel penultimo Bollettino quindicinale della Consob 
a seguito delle verifiche condotte nei confronti della Banca nel periodo tra il 2 ottobre 2013 ed il 16 maggio 2014, la Divisione Intermediari, Ufficio Vigilanza Banche e Imprese di Assicurazione “ha ravvisato la sussistenza di violazioni attinenti al mancato rispetto delle norme che regolano: 1) i conflitti di interesse e la correttezza della condotte; 2) la materia della valutazione di adeguatezza degli investimenti.

La Divisione Intermediari, ha quindi contestato, ai sensi degli artt. 190 e 195 del TUF:
“1) la violazione che impone agli intermediari di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza, per servire al meglio l’interesse dei clienti, che impongono agli intermediari di adottare ogni misura ragionevole per identificare i conflitti di interesse e di gestirli in modo da evitare che incidano negativamente sugli interessi dei clienti (periodo della violazione: 1 gennaio 2012 – 16 maggio 2014);
2) violazione dell’obbligo che impone agli intermediari di dotarsi di procedure idonee ad assicurare il corretto svolgimento dei servizi di investimento, che impone agli intermediari di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza, per servire al meglio l’interesse dei clienti, che disciplinano la profilatura del cliente e la valutazione di adeguatezza degli investimenti”.
In particolare le carenze riscontrate dalla Consob hanno riguardato: la profilatura dei prodotti e della clientela (per il periodo dal 1 gennaio 2012 al 16 maggio 2014) e la mancata valutazione di adeguatezza sui disinvestimenti (periodo dal 1 gennaio 2012 al 25 luglio 2013).

Nel provvedimento, adottato dalla Consob il 17 settembre del 2015 ma pubblicato solo a fine gennaio, si sottolinea come, nel periodo preso in considerazione dalle contestazioni, il Banco Popolare fosse “in un contesto in cui il servizio di collocamento risultava focalizzato su prodotti di investimento branded ( ovvero della casa) e dunque già caratterizzato da una situazione di potenziale conflitto di interessi”.
In pratica, la banca, che vendeva prevalentemente i suoi prodotti e in misura minima quelli di terzi, avrebbe poi “compiuto scelte strategiche, riflesse nei documenti riguardanti la pianificazione commerciale ed i sistemi di incentivazione, tali da orientare, in assenza di adeguata valorizzazione degli effettivi bisogni ed esigenze della clientela, la propria attività di commercializzazione su specifici prodotti o categorie di prodotti che maggiormente concorrevano alla realizzazione degli obiettivi economici della Banca, attribuendo, peraltro, particolare rilevanza, tra le fonti di liquidità a cui attingere per successivi impieghi, ad operazioni di disinvestimento anticipato. A fronte di ciò, Banco Popolare ha omesso di gestire tale acuita situazione di conflitto di interessi non evitando che la stessa incidesse negativamente sugli interessi dei clienti e di fatto consentendo il realizzarsi, sul piano operativo dei rapporti con la clientela, di comportamenti non conformi al dovere di agire con diligenza, correttezza e trasparenza”.

Il Banco Popolare all’epoca non risultava avere “procedure, relativamente alla profilatura dei prodotti e alla profilatura della clientela, idonee ad assicurare il corretto svolgimento della verifica di adeguatezza connessa alla prestazione del servizio di consulenza”. Nel periodo passato al vaglio dalla Consob, vi sono stati inoltre molti disinvestimenti anticipati, quasi mai decisi in modo autonomo dalla clientela e poi sottoposti alla verifica di adeguatezza da parte della Banca.