Banche “salvate”, Renzi punta sul rimborso generalizzato

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Sui risarcimenti ai risparmiatori di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti il premier cerca un confronto con l’Ue e pensa a un ulteriore contributo del sistema bancari

Sul fronte bollente aperto dal “salvataggio” governativo delle quattro banche in crisi il premier Matteo Renzi sembra pronto ad aprire un nuovo fronte con la Commissione europea per rimborsare i risparmiatori di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti.

La nuova procedura prevista dalle dure regole comunitarie sui salvataggi bancari, per la prima volta applicata proprio alle quattro banche naufragate, ha comportato – come si sa – l’azzeramento di obbligazioni subordinate per 768 milioni, 430 dei quali in mano a 12.500 clienti retail, nella quasi totalità piccoli risparmiatori.

Ora il governo, come riferisce la Reuters, sembra voler puntare sul rimborso generalizzato, operazione che potrebbe violare il principio cardine del ‘bail-in’, e cioè l’obbligo di svalutare azioni, obbligazioni più rischiose e depositi sopra i 100mila euro in caso di salvataggi bancari.
Ma per evitare un “no” europeo, l’esecutivo punterebbe ad un ulteriore contributo del sistema bancario, un ‘aiuto’ quindi privato e non pubblico.

Secondo il comitato “Vittime del decreto salva banche” dovrebbero essere gli acquirenti dei quattro istituti a farsi carico dell’operazione.
I rappresentanti del comitato, ricevuti oggi dal direttore dell’Unità di risoluzione Stefano De Polis (Bankitalia) avrebbero incassato il via libera dall’istituto di via Nazionale. “De Polis dice che la nostra soluzione potrebbe essere percorribile e ci conferma che se ci sono contributi volontari non si viola il bail-in”, ha detto Alvise Aguti, consulente dell’associazione, al termine dell’incontro in Banca d’Italia.

In caso di adesione – riferisce sempre l’agenzia Reuters – gli acquirenti delle quattro banche in risoluzione avrebbero due vantaggi: mettersi al riparo da contenziosi e scaricare sull’Erario il costo dell’operazione, attivando l’agevolazione prevista dall’articolo 14 del decreto sulle banche di credito cooperativo.
“È stato un colloquio abbastanza proficuo. L’ipotesi che i nuovi acquirenti si facciano carico dei rimborsi servirebbe a rinsaldare la fiducia dei risparmiatori e il territorio”, ha detto Letizia Giorgianni, rappresentante del comitato.

Naturalmente occorrerà vedere cosa dirà la Commissione europea, con la quale il Tesoro sta già negoziando un rinvio a settembre, dal 30 aprile, del termine per la cessione delle quattro banche.

Il cambiamento di direzione del governo in favore di questa soluzione che implica l’approvazione dell’Ue, ha una motivazione concreta.
Entro oggi l’esecutivo italiano avrebbe dovuto emanare i due decreti necessari a ripartire i 100 milioni stanziati a bilancio attraverso il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), partecipato da tutte le banche italiane.
Ma distinguere tra chi è stato truffato e chi si è assunto consapevolmente un rischio si è rivelato più difficile del previsto. E il premier, che a giugno deve affrontare il difficile appuntamento delle elezioni amministrative, ha deciso di cambiare strategia in favore del rimborso generalizzato.