Corte dei Conti: all’Inps non bastano più i trasferimenti dello Stato

di Walter Quattrocchi -

La relazione trasmessa al Parlamento evidenzia perdite per 8,7 miliardi nella gestione 2013 e 7 miliardi nella successiva

I trasferimenti dello Stato non bastano più a riequilibrare i conti dell’Inps. L’allarme è contenuto nella relazione della Corte dei conti alle Camere, relativa alle gestioni 2013-2014 dell’Inps, quelle amministrate dai presidenti Mastrapasqua e Treu.

I trasferimenti dello Stato all’Inps, spiegano i giudici contabili, sono stati 99 miliardi nel 2013 e 98,4 nel 2014, ma, insieme alla ripresa del flusso dei contributi, non sono valsi a far conseguire l’equilibrio dei conti delle gestioni, così l’esercizio finanziario ha presentato valori di segno negativo pari a 8,7 miliardi nel 2013 e a 7 miliardi nel 2014, con una progressiva erosione dell’avanzo di amministrazione sceso da 53,9 miliardi del 2012 a 43,9 miliardi nel 2013 e a 35,7 miliardi nel 2014.

Entrando nel merito, la relazione della Corte dei Conti rileva che nel biennio 2013 -2014 vi è stata una ripresa delle entrate contributive dell’Istituto che, trainate dalla gestione dei parasubordinati, sono passate da 210 a 211,4 miliardi. Tuttavia le uscite sono state maggiori a causa della spesa per prestazioni (303,464 miliardi nel 2013 e 303, 401 miliardi nel 2014).

Sull’esame del patrimonio del bilancio dell’Istituto i magistrati contabili evidenziano che il raddoppio del valore netto, passato dai 9 miliardi del 2013 ai 18,4 miliardi del 2014, è stato interamente frutto dell’intervento statale per coprire il disavanzo della gestione pubblica ex Inpdap.

Anche la gestione Boeri è stata messa in questione nella relazione della Corte dei Conti per via della decontribuzione dei neoassunti, introdotta dal Jobs act del governo Renzi: la scadenza delle agevolazioni, alla fine del 2017, temono i giudici della Corte, potrebbe determinare un incremento dei licenziamenti, con conseguente maggiore spesa per le prestazioni di sostegno al reddito, come l’indennità di disoccupazione.

Nel biennio sotto osservazione, la magistratura contabile rende merito all’Inps sull’azione di contrasto agli abusi, in particolare sui contratti cosiddetti atipici o flessibili, risultata “più incisiva”. Resta ancora aperto invece il “nodo invalidi”, poiché non hanno ancora trovato piena attuazione le disposizioni relative all’invalidità civile, nonché quelle rivolte al superamento di alcune difficoltà operative, quali quelle relative alle convenzioni con le Regioni sul primo accertamento dei requisiti sanitari.

La relazione della Corte dei Conti si conclude con un giudizio pesantemente negativo sulla riorganizzazione fatta a seguito della incorporazione in Inps di Inpdap ed Enpals: il riassetto del personale si è tradotto “più in una sommatoria di posti di funzione, che in una azione di effettiva razionalizzazione, cui non sembra aver giovato l’istituzione di strutture di progetto con missione temporanea, che non restano esenti da profili di criticità”.