Il part time agevolato conviene ad aziende e lavoratori

di Walter Quattrocchi -

Secondo uno studio della Fondazione Consulenti del lavoro, gli stipendi netti calano meno dell’orario. E le imprese risparmiano

Il part time agevolato, in vista della pensione, offre vantaggi sia ai lavoratori sia alle imprese. A fare i conti è la Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro che, a pochi giorni dalla pubblicazione del decreto attuativo, a firma del Ministro del Lavoro Poletti, e in attesa che questo venga approvato dalla Corte dei Conti per il via libera, ha pubblicato uno studio sul nuovo regime del part time agevolato.

I consulenti stimano che i lavoratori con retribuzioni lorde annue comprese tra i 25 mila e i 43 mila euro avrebbero una retribuzione in busta paga pari al 72%, a fronte del 40% dell’orario lavorato.

In questo caso il costo del lavoro per l’impresa sarebbe del 40% rispetto al lavoratore a orario pieno.

Secondo lo studio, nel mese di aprile potranno utilizzare l’opzione (in vigore fino al 31 dicembre 2018) lavoratori e lavoratrici che hanno raggiunto i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, pari ad almeno 63 anni e 11 mesi di età.

I lavoratori che otterranno la riduzione di orario si ritroveranno in busta paga la contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro (in genere pari al 23,8% della retribuzione) per la parte di orario non effettuata.

Poiché la contribuzione a carico del datore di lavoro è esente da tasse e contributi, lo stipendio netto cala meno dell’orario.
Secondo le simulazioni contenute nella circolare, a fronte di retribuzioni annue lorde comprese tra 25 e 43 mila euro, un part time al 60% corrisponde a una retribuzione netta dell’84%, mentre l’azienda risparmia il 33% del costo del lavoro.

Con il part time al 40% lo stipendio scende al 72% e l’azienda risparmia il 49%.