Inarcassa, 604 milioni di avanzo nel bilancio 2015

di Walter Quattrocchi -

Risultato superiore del 9% rispetto al previsto, nonostante il calo del reddito medio degli iscritti (e quindi dei contributi)

Inarcassa ha concluso il 2015 con un avanzo economico di 604 milioni di euro, superiore di 50 milioni di euro (più 9%) rispetto al budget, e con un patrimonio netto pari ad 8,802 milioni di euro (in salita rispetto agli 8,2 milioni di euro dell’esercizio precedente). Tale importo risulta essere superiore alla riserva legale prevista dalla normativa.

I redditi della categoria hanno subìto, dall’inizio della crisi, un calo del 26,5%, mentre il reddito pro capite in relazione al Pil (cioè la quantità di Pil ipoteticamente posseduta dal singolo) è diminuita del 30%.

Nel 2015, malgrado il numero degli iscritti ad Inarcassa sia rimasto praticamente invariato rispetto all’anno precedente, il calo del reddito ha sfiorato, in un solo anno, il 6,3%.

In relazione ai costi di funzionamento si osserva che l’incremento, pari a 2 milioni di euro, rispetto al precedente esercizio, è dovuto sostanzialmente alle attività elettorali per il rinnovo degli organi e alla ripresa, a partire da gennaio 2015, delle dinamiche salariali precedentemente bloccate.

Gli iscritti sono cresciuti dello 0,5%, toccando al 31 dicembre 2015 le 168.385 unità. La variazione è attribuibile esclusivamente alla componente femminile, pur se con andamenti diversi all’interno delle singole professioni.

Anche il numero degli ingegneri e degli architetti iscritti agli albi professionali, con 396.086 unità e un aumento dello 0,4%, conferma un ritmo di crescita che, ormai da un decennio, è in progressivo rallentamento.

In calo anche il numero di ingegneri e architetti iscritti solo all’albo e con partita Iva, pari, a fine anno, a 33.123 unità. Quasi la metà risiede nel Sud del Paese (48%), il 33% al Nord e il 19% al Centro.

Il 2015 si è chiuso con 27.632 titolari di pensione, in aumento del 7,2% rispetto al precedente esercizio.

La crescita è dovuta principalmente all’incremento delle nuove pensioni di vecchiaia unificata, che a partire dal 2013 hanno sostituito le vecchie tipologie di pensione, con un’incidenza che passa dal 14% del 2014 al 18,4% del 2015.

Le pensioni di anzianità, dopo il forte incremento registrato negli anni passati (più 25,5% nel 2013), presentano aumenti meno importanti e decrescenti (più 4,3% nel 2015), oramai sostituite dalle pensioni di vecchiaia unificata anticipata.

In crescita anche le pensioni da totalizzazione e quelle previdenziali contributive.

Il saldo della gestione previdenziale, pari a 391 milioni di euro, definito come la differenza tra entrate (contributive e da sanzioni) e uscite (per prestazioni istituzionali e per accantonamento al fondo svalutazione crediti), si contrae rispetto allo scorso anno per effetto dell’andamento di entrambe le componenti.

Le entrate contributive, già penalizzate dagli andamenti macroeconomici, risentono anche dei minori proventi conseguiti nel 2015 a seguito dell’attività di accertamento su annualità pregresse. Le uscite per prestazioni previdenziali sono passate da 487 milioni di euro del 2014 a 534,9 milioni di euro, con un incremento di 47,9 milioni di euro.

Le prestazioni pensionistiche, pari nel bilancio consuntivo a poco più di 536 milioni di euro, sono sostanzialmente allineate al valore previsto nel bilancio tecnico, registrando una differenza negativa del 0,3%.

I contributi soggettivi e integrativi risultano meno elevati rispetto alle previsioni del bilancio tecnico, rispettivamente per 8,7 e 18,3 milioni di euro: la differenza è conseguenza della contrazione dei redditi e dei volumi d’affari, che nel 2014 ha interessato tutte le categorie di contribuenti (iscritti alla cassa, iscritti albo con partita Iva e società di ingegneria).

A consuntivo, la differenza tra il totale dei contributi soggettivi e integrativi e le prestazioni pensionistiche determina un saldo previdenziale di circa 433 milioni di euro, inferiore di quasi 25,3 milioni di euro a quello del bilancio tecnico (meno 5,5%).

Le prestazioni previdenziali e assistenziali sono aumentate di oltre il 10% (53 milioni di euro) nel 2015 rispetto al 2014.

Il saldo totale a consuntivo, presenta un valore di 604,8 milioni di euro, inferiore di 86,6 milioni di euro a quello previsto dal bilancio tecnico.

Il patrimonio netto del bilancio consuntivo pari, a fine 2015, a 8.802 milioni di euro, presenta 86,6 milioni di euro in meno rispetto alle previsioni del bilancio tecnico.

Per Inarcassa il 2015 è stato complessivamente un anno positivo per tutte la classi di investimento.

Le migliori performance sono state ottenute dai mercati azionari, fatta eccezione per quelli emergenti. L’obbligazionario, anch’esso complessivamente positivo, ha beneficiato soprattutto dell’apprezzamento del dollaro per ciò che riguarda la componente in titoli esposta al rischio cambio.

In questo contesto il rendimento gestionale conseguito dal patrimonio, al lordo delle imposte, si è attestato al 3,4%, inferiore rispetto al rendimento lordo atteso del 4,5% dell’asset allocation strategica deliberata ad ottobre 2014.

Anche per il 2015 la gestione del patrimonio mobiliare è stata orientata agli investimenti di lungo periodo e alla diversificazione del portafoglio.

La scelta di gestire il patrimonio immobiliare in modalità indiretta e totalmente delegata, avviata già da diversi anni con la creazione del fondo Inarcassa Re comparto Uno, si è integrata con l’apporto dei singoli Asset in favore del Fondo immobiliare chiuso Inarcassa Re comparto Due, interamente sottoscritto da Inarcassa.