Popolare Vicenza, stop alla quotazione
Secondo Borsa Italiana, “non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato”
Borsa Italiana dice no alla quotazione sul listino della Banca popolare di Vicenza. In una nota, Piazza Affari precisa che “non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato”.
La decisione arriva dopo il flop dell’aumento di capitale della banca vicentina, che è stato sottoscritto per meno dell’8%. Secondo le regole del listino milanese, il capitale sul mercato delle società quotate non può essere inferiore al 25%.
La Banca popolare di Vicenza avrebbe dovuto sbarcare in Piazza Affari mercoledì 4 maggio. Soltanto il 7,66% delle azioni è stato sottoscritto dai vecchi azionisti (2,21%), dal pubblico retail (0,36%) e da dieci investitori istituzionali (5,1%).
In base a questi risultati, aggiunge la nota di Borsa Italiana “il provvedimento di ammissione delle azioni della banca del 20 aprile 2016 è da considerarsi decaduto”.
A questo punto il fondo Atlante, costituito sppositamente per intervenire in situazioni come questa, dovrà sottoscrivere l’intero aumento di capitale, e controllerà dunque il 99,3% del capitale.
La notizia ha contribuito a peggiorare il clima in piazza Affari, già negativo fin dall’avvio della seduta. In particolare sono i titoli del comparto bancario a essere oggetto di vendite massicce, con numerose sospensioni per eccesso di ribasso. A picco Banco Popolare, Popolare Milano, Banca Mps e Ubi Banca.