Ania, Farina: flessibilità e misure fiscali per previdenza e sanità

di David Canaletto -

Nella relazione della neo presidente dell’associazione la crescita del mercato assicurativo, ma anche le proposte per due settori chiave

C’era molta attesa all’assemblea annuale dell’Ania (l’associazione nazionale delle imprese assicurative) per la prima relazione da presidente di Maria Bianca Farina che si è svolta oggi a Roma. E le aspettative non sono andate deluse: la neo presidente, forte della lunga esperienza di successo alla guida di Poste Vita, ha evidenziato i brillanti risultati conseguiti dell’industria assicurativa nel 2015 ma soprattutto ha indicato trend e prospettive di un settore che mantiene nel paese un ruolo nevralgico, imprescindibilmente connesso con il welfare, su cui c’è ancora molto da lavorare.

Secondo Farina, le grandi trasformazioni in atto sul piano economico e sociale fanno emergere nuovi rischi e sorgere forti esigenze di protezione. Aumenta la consapevolezza di non poter disporre di risorse sufficienti per un tenore di vita adeguato, a causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione e di una spesa sanitaria privata che (dati Censis) ha superato i 34 miliardi, quasi 1.400 euro a famiglia. 11 milioni d’italiani, 2 milioni in più rispetto a tre anni fa, hanno dovuto rinviare o rinunciare alle cure. Su questi temi è stato attivato in Ania un forum con le associazioni dei consumatori, con l’obiettivo di identificare nuovi bisogni e soluzioni affinché tutti possano essere più tutelati e protetti.

In termini di risultati industriali i premi vita nel 2015 hanno superato i 115 miliardi, in crescita del 4% con un cambiamento nel mix di prodotti venduti: in calo i prodotti di ramo primo (meno 5,7%) e in forte aumento le polizze di ramo terzo (unit-linkd) cresciute di ben il 45,8%. I primi mesi del 2016 evidenziano una tendenza opposta: la raccolta premi di tipo unit-linked, a causa dell’elevata volatilità dei mercati finanziari, è in calo, mentre quella tradizionale è in lieve crescita.

Con oltre 14 miliardi di premi, la Rc auto è di gran lunga il più importante ramo danni. Le imprese, in conseguenza dei risultati tecnici positivi registrati nel triennio 2012-2014, nel 2015 hanno continuato, secondo i dati dell’Ania, ad applicare riduzioni significative delle tariffe. Il volume dei premi, dopo il forte calo già osservato nel 2013 (meno 7%) e nel 2014 (meno 6,5%), ha registrato nel 2015 un’ulteriore contrazione, analoga a quella dell’anno precedente. Nel complesso, lo scorso anno gli italiani hanno risparmiato un miliardo di euro per assicurare un numero di veicoli pressoché invariato (circa 40,6 milioni). Come già evidenziato di recente dal presidente dell’Ivass Salvatore Rossi, il divario delle polizze italiane rispetto alla media dei principali paesi europei si è fortemente ridotto: da 213 euro nella media stimati nel periodo 2008-2012 a 138 euro nel 2015.

I premi degli altri rami danni, pari a quasi 18 miliardi, sono cresciuti dell’1,1%, dopo il lieve recupero già registrato nel 2014 (più 0,9%). Da segnalare, in particolare, la crescita del 4,2% del comparto salute. Si tratta comunque di tassi di crescita molto contenuti, che lasciano immutato l’ampio divario di coperture assicurative rispetto ai principali Paesi europei.

Nel complesso i risultati dell’ultimo anno mostrano un’ulteriore crescita rispetto ai positivi trend degli ultimi anni. Alla metà degli anni ’80, i premi raccolti erano pari al 2,5% del Pil, mentre nel 2015 hanno raggiunto il 9%. Nel periodo considerato, dunque, l’assicurazione si è sviluppata tre volte di più dell’economia italiana, in particolare nel ramo vita: nel 2015 quasi il 14% degli attivi finanziari delle famiglie italiane risulta investito in polizze vita, il doppio rispetto al 2000.

Citando l’ultima relazione annuale della Covip, che ha evidenziato la debole crescita della previdenza integrativa, Farina ha auspicato misure in grado di invertire la rotta e in particolare un quadro normativo e fiscale adeguato, che utilizzi i fondi accumulati anche per favorire un anticipo del godimento della pensione (conversione del montante previdenziale in una rendita temporanea per gli anni mancanti al pensionamento). Sul fronte delle agevolazioni fiscali il suggerimento del presidente al legislatore è l’esenzione totale della tassazione dei rendimenti finanziari nella fase di accumulo (è stata invece raddoppiata di recente l’aliquota dell’imposta) e l’aggiornamento del limite di deducibilità fiscale dei contributi, fermo da circa 20 anni, ampliandolo nel caso in cui i contributi siano versati per altri familiari.

Altro fronte su cui agire è quello della sanità. Negli ultimi 20 anni la spesa pubblica per la sanità è cresciuta a tassi superiori a quelli del Pil in tutti i Paesi Ocse, e un ulteriore crescita non sarebbe sostenibile.

Va promosso un quadro normativo analogo a quello della previdenza, con il ruolo centrale attribuito alle prestazioni pubbliche e un ruolo complementare affidato agli operatori privati, in linea con le scelte già compiute in altri Paesi europei.