Climate bond a quota 694 miliardi di dollari

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Le obbligazioni amche dell’ambiente e del clima sono cresciute del 16% in un anno

I climate bond, obbligazioni emesse per finanziare progetti con un impatto favorevole sul clima (dalla riduzione delle emissioni di carbonio alle energie rinnovabili) hanno raggiunto quota 694 miliardi di dollari, con un aumento del 16% rispetto a un anno fa (96 miliardi in più).

A fare i conti è la Climate Bonds Initiative che ha presentato oggi a Londra il suo quinto rapporto “Bonds and Climate Change: that State of the Market in 2016”.

Questo vasto mercato comprende non soltanto le obbligazioni con una precisa etichetta “verde”, che valgono 118 miliardi, ma anche le emissioni senza etichetta, ma con una precisa funzione ambientale e climatica e che, con un totale di 576 miliardi di dollari, costituiscono la gran parte delle emissioni.

Dal 2005 a oggi le emissioni sono state 3.590, e a proporle sono stati 780 emittenti, dei settori più diversi: trasporti, energia, edilizia, industria, acqua, trattamento dei rifiuti e dell’inquinamento, agricoltura e foreste. Il settore prevalente è tuttavia quello del trasporto “low carbon”, che pesa per il 67%, seguito dalle energie pulite (19%).

La valuta dominante è il renminbi, che pesa per il 35% sul totale delle emissioni, seguito dal dollaro (24%) e dall’euro (16%).

E per la maggior parte si tratta di titoli con un elevato rating: il 78% ha una valutazione “investment grade”. Prevalgono i titoli con una durata di almeno dieci anni.

Il saldo di 96 miliardi di dollari degli ultimi 12 mesi risulta da 94 miliardi di emissioni da parte di emittenti già presenti nel settore, più 84 miliardi relativi a nuovi emittenti. A questi vanno sottratti 83 miliardi di dollari di obbligazioni in scadenza, o che non rispondono più ai criteri climatici.