Petrolio, prezzi verso nuovi minimi

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Brent e Wti vicini alla maggiore flessione mensile da dicembre scorso: -16%. Colpa del rallentamento economico e dell’eccesso di offerta

Il rallentamento economico globale e l’eccesso di offerta presente sui mercati ormai da quasi due anni non permettono al petrolio di risalire la china che lo trattiene su quotazioni ancora molto basse.

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Stando ai livelli dei futures registrati a metà giornata, il greggio Brent del Mare del Nord per consegna settembre viaggia inesorabilmente verso una contrazione mensile di oltre il 15,5%, la più forte da dicembre dello scorso anno.
In dettaglio, alle 11,40 il futures trattava a 42,10 dollari, in ribasso di 60 cent (-1,4%).

Se per il Brent sono dolori, non va certo meglio per il greggio Wti americano: il petrolio leggero Usa con stessa consegna viaggiava intorno a mezzogiorno a 40,77 dollari (-0,9%), scivolando sotto la soglia di 41 dollari per la prima volta da aprile.
Il derivato petrolifero è indirizzato verso una perdita mensile di circa il 16%, la maggiore in un anno.
Entrambi i benchmark, Brent e Wti, sono in calo del 20% circa rispetto al picco di giugno.

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