Evasione fiscale: come pagare 20 euro per un caffè

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Oxfam lancia il Tax Justice Blogging Day. Perché il conto delle multinazionale lo pagano i singoli cittadini

Pagheresti 20 euro per un caffè? È la provocazione con cui Oxfam lancia oggi il Tax Justice Blogging Day: una giornata dedicata alla campagna “Basta con i paradisi fiscali”.

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L’esempio è efficace, come dimostra il video – candid camera pubblicato dall’organizzazione

Il barista serve il caffè, ma alla cassa lo scontrino è di 20 euro, o più. Nessuno ci sta, c’è chi si arrabbia, chi minaccia di chiamare i Carabinieri. Ma alla fine la spiegazione del barista è chiara: voi dovete pagare il caffè a chi vi ha preceduto e non ha pagato. Perché il bar deve far tornare i conti alla fine della giornata, anche a costo di una palese ingiustizia.

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Come quella delle multinazionali, che non pagano tasse sui loro profitti. Il caso di Apple e della decisione dell’Ue di farle versare all’Irlanda 13 miliardi di imposte arretrate è di questi giorni, ma il problema non riguarda solo Apple, ma tutte le elusioni e le evasioni fiscali, tutti gli escamotage e gli accordi con i governi per pagare meno di chiunque. Per pagare poco o nulla, lasciando il conto ai cittadini.

È la gente comune, così, a pagare il prezzo dell’evasione fiscale. Sono i cittadini di ogni paese a pagare le imposte per chi ha scelto di collocare la sua sede in un paradiso fiscale.

Gli abusi fiscali, conclude il video di Oxfam, costano a tutti noi miliardi di euro. Miliardi che potrebbero essere spesi per istruzione e sanità, essenziali nella lotta a diseguaglianza e povertà.