Petrolio a picco, tagliate le stime della domanda

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L’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede una situazione di eccesso di offerta almeno fino a metà 2017. Il greggio a buon prezzo affonda Wall Street e i titoli energetici

Niente da fare, l’eccesso di offerta coniugato con il calo della domanda condannano il petrolio a prezzi depressi almeno fino alla metà del 2017.
Lo scrive l’Agenzia Internazionale per l’Energia nel suo ultimo bollettino che, appena diffuso, manda ancora più giù i prezzi del greggio.

Così il future sul Light Crude al Nymex cede 1,1 dollari (-2,38%) a 45,19 dollari al barile, mentre il Brent del Mare del Nord all’Ipe di Londra perde 93 centesimi (-1,92%) e viaggia a 47,39 dollari al barile.
Il crollo dei prezzi affonda anche Wall Street: dopo un’ora e mezza di scambi l’indice Dow Jones lasciava sul terreno oltre l’1%, tirato a picco dalle vendite sui titoli energetici.

“Sembra che dovremo aspettare un po’ più a lungo perché i mercati tornino in equilibrio”, si legge nel bollettino dell’Aie, che sottolinea come, nonostante il crollo delle quotazioni, “la produzione di petrolio globale si stia ancora espandendo, sebbene nemmeno lontanamente ai ritmi frenetici del 2015”.
Il tonfo della crescita della domanda dagli 1,4 milioni di barili al giorno nel secondo trimestre al minimo da due anni di 800 mila barili al giorno del terzo trimestre, sottolinea l’Agenzia, dipende dalla situazione macroeconomica: “I recenti pilastri della crescita della domanda, Cina e India, stanno traballando; dopo oltre un anno di petrolio intorno ai 59 dollari sta svanendo lo stimolo del carburante a prezzo basso e le preoccupazioni di carattere economico nei paesi in via di sviluppo non hanno aiutato”. Inoltre, continua il bollettino, “gli inattesi incrementi in Europa sono scomparsi, mentre c’è stato un tremendo rallentamento negli Usa”. Nel frattempo le scorte “si stanno espandendo a livelli mai visti prima”.

In sintesi, l’Aie ha tagliato le stime di domanda per quest’anno di 100 mila barili, indicando una crescita di 1,3 milioni di barili, e quelle per il 2017 di 200 mila barili, segnalando una crescita più bassa di 1,2 milioni.
Sull’andamento del mercato petrolifero pesano anche i dati della scorsa settimana del report di Baker Hughes sui pozzi attivi, mentre l’attesa di un possibile taglio concordato all’offerta Opec durante il vertice di fine mese non riesce a controbilanciare questi elementi negativi.