Pil Italia, anche l’Ocse taglia la stima

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La nuova previsione è di una crescita dello 0,8% sia quest’anno sia nel 2017. Ma rallentano, secondo l’organizzazione, pure l’economia globale e l’Eurozona

Decisa sforbiciata dell’Ocse alle previsioni sul Pil italiano. Secondo l’Economic Outlook pubblicato oggi, l’economia della penisola crescerà dello 0,8% sia nel 2016 sia nel 2017; lo scorso giugno le stime erano per un più 1% nel 2016 e più 1,4% nel 2017.

Limate anche le previsioni sul Pil mondiale, che secondo l’organizzazione crescerà del 2,9% nel 2016 e del 3,2% nel 2017, 0,1 punti in meno rispetto alle stime di giugno.

Nell’Eurozona invece le previsioni sono per una crescita dell’1,5% nel 2016 e dell’1,4% nel 2017, rispettivamente lo 0,1% e lo 0,3% in meno rispetto a quanto annunciato a giugno. Diverso l’andamento nei singoli paesi: per quanto riguarda le maggiori economie, la Germania dovrebbe accelerare a più 1,8% quest’anno (lo 0,2% in più rispetto alle precedenti previsioni), ma fermarsi al più 1,5% nel 2017 (meno 0,2%). La Francia invece dovrebbe crescere dell’1,3% sia nel 2016 (meno 0,1% rispetto a giugno), sia nel 2017 (meno 0,2%).

Tornando all’Italia, il maggior pessimismo dell’Ocse è dovuto al fatto che “investimenti e scambi non si sono rivelati così fruttuosi come si prevedeva”, ha spiegato Catherine Mann, capo economista dell’oirganizzazione. Il paese ha realizzato “notevoli progressi in materia di diritto del lavoro”, ma le speranze che questi facessero sentire i loro effetti anche nel 2016 “sono andate deluse”.

L’economia mondiale si trova “in una trappola di bassa crescita”, in una sorta di circolo vizioso:  le “continue delusioni sulla crescita pesano sulle aspettative”, deprimendo “commercio, investimenti, produttività e salari, il che porta a sua volta a un ulteriore revisione al ribasso delle aspettative di crescita e a un infiacchimento della domanda”. Preoccupa soprattutto il commercio mondiale, che nel primo trimestre del 2016 è diminuito e che, nel complesso dell’anno dovrebbe registrare una crescita inferiore a quella del Pil. 

In Europa finora il risultato del referendum sulla Brexit “ha avuto ripercussioni modeste”, ma è “probabile” che nel 2017 “emergano maggiori effetti negativi sull’Eurozona”. L’elevato livello di crediti deteriorati in alcuni paesi dell’area continua inoltre a comprimere le prospettive di crescita.

L’Ocse mette in guardia infine sui tassi negativi: si tratta, afferma, di “una situazione senza precedenti”, che “crea distorsioni e rischi”, in particolare sui mercati finanziari. Se resteranno tali oltre i prossimi due anni, “i tassi bassi e negativi porranno problemi per i modelli di business e la sostenibilità delle istituzioni finanziarie”.