Parità di genere: l’Italia fa passi indietro

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Secondo il rapporto del World economic forum, è scivolata dal 41° al 50° posto. E aumenta il divario retributivo tra uomini e donne

Il “gender gap”, il divario fra uomini e donne in materia di opportunità, status e reddito, in Italia si sta ampliando. Lo certifica il nuovo report del World economic forum, che classifica il nostro paese al 50° posto (su 144), in ulteriore calo rispetto al 41° posto del 2015.

A peggiorare sono in particolare le opportunità economiche e la partecipazione: qui il divario tra uomini e donne è passato dal 60% del 2015 al 57% del 2016.

E le cose vanno molto male sul piano salariale, dove l’Italia peggiora ulteriorimente, passando dal 109° posto addirittura al 127°: il che significa che il nostro è uno dei paesi in cui, a parità di mansioni, le donne sono pagate meno, in rapporto agli uomini.

Rispetto al 2015, diminuiscono anche i ruoli manageriali e tecnici ricoperti dalle donne italiane: perdiamo due posizioni, scendendo dall’85° all’87° posto.

Migliora, invece, secondo il Wef, il posizionamento delle donne in ambiti come l’educazione, la salute e la rappresentanza politica.

Di questo passo, calcola il rapporto, per colmare il gap di genere, all’Italia ci vorranno 170 anni: il punto è però che il traguardo si sta in realtà allontanando, visto che l’anno scorso il Wef aveva calcolato che la parità sarebbe stata raggiunta nel giro di 118 anni. 

Dallo studio emerge un’altra conferma: sono nel nord Europa i paesi in cui la parità è più realizzata. Ai primi posti della classifica si trovano infatti Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia.