Milano in rosso, a picco Mps

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I rischi politici appesantiscono i listini. In rialzo lo spread Btp-Bund, che supera i 160 punti base

Avvio di giornata pesante per la borsa milanese che a circa un’ora dall’apertura degli scambi viaggia con l’indice Ftse Mib in calo di oltre l’1%. In rosso anche gli altri listini europei, dopo che Tokyo, stamattina, ha chiuso in calo dell’1,76%. Negativa anche Wall Street, ieri: il Dow Jones ha ceduto lo 0,6%, il Nasdaq lo 0,7%.

Sui mercati pesano le incertezze politiche, legate in particolare all’esito delle elezioni Usa, tra meno di una settimana. I sondaggi indicano un testa a testa tra la candidata democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump, e alcuni si sbilanciano per la prima volta a favore del primo. Intanto questa sera la Federal Reserve comunicherà gli esiti della sua riunione di politica monetaria, che vedrà, molto probabilmente, un rinvio della decisione di rialzare i tassi al mese prossimo.

Per l’Italia si avvicina la scadenza del referendum costituzionale del 4 dicembre; il “no” resta in vantaggio nei sondaggi, e gli osservatori indicano in questo orientamento la crescente debolezza dei titoli di Stato italiani sul mercato obbligazionario: lo spread tra il Btp decennale italiano e il Bund tedesco di pari durata è in salita sopra i 160 punti base, e si avvicina ai liveli toccati durante il periodo che precedette il referendum sulla Brexit lo scorso giugno.

In piazza Affari poi torna protagonista negativa Banca Mps. Il titolo in apertura è stato sospeso per eccesso di volatilità, mentre ora viaggia a meno 10%. Corrado Passera ha annunciato il ritiro del suo piano per il salvataggio della banca, accusato il Cda di ostruzionismo e di disinteresse per gli azionisti. Ma secondo Mps i presupposti del piano presentato dall’ex ministro erano “inconsistenti e incompatibili con il dovere di garantire a tutti gli investitori pari capacità di accesso ai dati”. 

Negativo tutto il comparto bancario: dopo Mps, a segnare i più forti ribassi sono Banco Popolare, Popolare Milano e Popolare Emilia Romagna

In netto calco anche Fca, che cede oltre il 3% dopo i dati sulle vendite in Nord America a ottobre, con un calo del 10% negli Usa e dell’11% in Canada.