Per biologi, psicologi, periti e infermieri, una pensione da 185 euro al mese

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Secondo lo studio di Itinerari previdenziali, gli iscritti alle cosiddette “casse del 103” incassano rendite da 2.224 euro annui

185 euro al mese, ovvero 2.224 euro all’anno: è l’importo medio delle pensioni erogate (nel 2015) dalle casse di previdenza “di nuova generazione”, nate nel 1996 e note anche come “casse del 103”, dal numero del decreto legge con cui sono state istituite. In dettaglio si tratta di Enpab (biologi), Enpap (psicologi), Epap (ente pluricategoria di agronomi e forestali, geologi, attuari e chimici), Eppi (periti industriali), ed Enpapi (infermieri).

A fare i conti è Itinerari previdenziali nel suo nuovo rapporto intitolato “Vent’anni di previdenza privata”. 

L’importo, nota lo studio, è risultato inoltre in calo (-2,2%) rispetto al 2014 (2,275,80 euro), anche se in deciso aumento rispetto al 2001, quando la media era di appena 560 euro l’anno.

I motivi per cui le rendite sono così basse sono diversi. Innanzitutto occorre notare che, essendo le casse nate nel 1996, si tratta di pensionati che hanno versato contributi per non più di 20 anni.

Sulle rendite pesa poi il sistema di calcolo, interamente contributivo. Ma anche il basso livello delle aliquote: per molti anni i contributi sono stati pari al 10% del reddito dichiarato, e solo negli ultimi anni si è iniziato ad aumentarle.

Attualmente il contributo medio versato dagli iscritti è di circa 2mila euro l’anno.

In forte crescita, secondo lo studio, il numero degli iscritti, che complessivamente hanno superato i 160 mila.

Ancora più significativa la crescita del patrimonio complessivo, balzato dai 183 milioni del 1999 ai 3,7 miliardi attuali. Nel 2015 la crescita è tuttavia rallentata, fermandosi all’8% dopo il +67% dell’anno precedente.

Il 40% del patrimonio delle “casse del 103” è costituito da investimenti domestici, con i titoli di Stato che rappresentano il 19%, in calo rispetto al 22% del 2009.