Gli investitori responsabili contro il “muslim ban” di Trump

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All’iniziativa hanno aderito oltre 60 firmatari, che chiedono l’abolizione delle misure restrittive sui migranti

Il “muslim ban”, l’ordine del presidente Usa Donald Trump che vieta l’ingresso nel paese ai cittadini di sette paesi, mina “il rispetto dei diritti umani, la vita dei lavoratori e delle loro famiglie negli Stati Uniti oltre a provocare serie conseguenze economiche”. Lo affermano, in una lettera allo Strategic and Policy Forum (il gruppo dei consiglieri di Trump composto dai Ceo di alcune delle più grandi società americane), oltre 60 firmatari, tra investitori responsabili, investitori “faith-based” e associazioni per i diritti umani (tra cui Oxfam America e Amnesty International Usa). Nel gruppo degli investitori responsabili c’è anche l’italiana Etica Sgr (gruppo Banca Popolare Etica).

L’iniziativa, denominata “Reject Travel Ban, Promote Human Rights”, chiede al governo degli Stati Uniti di rispettare i diritti dei lavoratori indipendentemente dalla loro etnia, razza, religione, nazionalità, condizione di immigrazione, orientamento sessuale o identità di genere. La lettera sollecita inoltre l’amministrazione Trump a lavorare con le altre nazioni per allineare le politiche e le pratiche aziendali con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Un Sustainable Development Goals).

“Come investitori responsabili abbiamo il dovere di sensibilizzare le aziende e i manager americani a fare quanto possibile per portare la nuova amministrazione statunitense ad adottare una politica di rispetto dei diritti umani e di sviluppo sostenibile”, dichiara Ugo Biggeri, presidente di Etica Sgr. “Siamo convinti che sia nell’interesse anche economico delle imprese americane riportare la politica di sviluppo Usa sul binario della sostenibilità sociale e ambientale” aggiunge Luca Mattiazzi, direttore generale di Etica Sgr.

L’iniziativa è promossa da Iccr (network internazionale di investimenti responsabili con base a New York), dall’International Corporate Accountability Roundtable e dall’Institute for Human Rights and Business.