Battuta di arresto per Wall Street
Battuta di arresto per Wall Street la scorsa settimana, riportata alla realta? dalla pioggia di vendite che hanno interessato il settore tech statunitense ma soprattutto scosso dalle accuse ufficiali legate al c.d. Russiagate che hanno colpito il Presidente Donald Trump.
La fuga di notizie dalla Casa Bianca, innescate dalla confessione dell’ex direttore dell’Fbi James Comey, hanno offuscato la luce del Presidente e dalla sua agenda economica, dagli investimenti infrastrutturali alla deregolamentazione del sistema finanziario.
Il Governo targato Trump vorrebbe allentare i vincoli sulle banche statunitensi mettendo mano alla Dodd-Frank, legge voluta da Obama negli anni post Lehmann per fronteggiare la crisi e impone alle grandi banche d’affari di agire nell’interesse dei propri clienti senza effettuare investimenti proprietari.
Secondo le prime quantificazione, la riforma che Trump ha in cantiere sbloccherebbe per le prime cinque grandi banche liquidita? per 2.000 miliardi*, che andrebbe in favore di nuovi prestiti all’economia reale, ovvero famiglie e imprese, ma anche nelle tasche degli azionisti attraverso maggiori dividendi e il riacquisto di azioni proprie.
Qualunque via venga intrapresa dal denaro, la liquidita? verrebbe comunque immessa nel sistema in forma di maggiori consumi o investimenti. Chiaramente le banche potrebbero anche decidere di continuare ad accantonare parte del capitale che dovesse essere sbloccato nei prossimi mesi, in modo da tutelarsi contro possibili contraccolpi, come l’aumento dei crediti deteriorati.
Infatti e? da qui che potrebbe arrivare la prossima insidia, piu? che dal settore tecnologico: secondo i dati della New York Federal Reserve, i debiti delle famiglie americane sarebbero gia? saliti ai massimi di sempre (13.000 miliardi di dollari*), superando persino l’apice toccato nel 2008, poco prima dello scoppio della crisi finanziaria.