Il riscatto degli “indicizzati”

Rosaria Barrile -

Penalizzati dalle politiche delle banche centrali, i titoli a tasso variabile potrebbero presto tornare a offrire performance interessanti. Da qui la decisione di Marzotto Sim di lanciare un Osservatorio Tecnico dedicato

Cambio di marcia per i portafogli degli investitori istituzionali e per quelli che prediligono gli strumenti di reddito fisso.
Penalizzati negli ultimi dieci anni dalle politiche di Quantitative Easing delle banche centrali, che hanno schiacciato i rendimenti ai minimi e favorito le performance a due cifre dei titoli a tasso fisso, i titoli indicizzati potrebbero infatti nuovamente offrire performance interessanti. A patto di saper effettuare le scelte di investimento più corrette in questo segmento di mercato caratterizzato da complessità e dalla mancanza di analisi e ricerche.

Da qui la decisione di Marzotto Sim, Investment House operativa nel settore del Wealth Management e del Capital Market, di lanciare l’Osservatorio Tecnico sui Titoli Indicizzati e fornire così un nuovo servizio a i propri clienti e, su richiesta, anche ad altri operatori di mercato.

La nuova unità della Sim, che ha chiuso il 2016 con un utile netto di 1 milione di euro, sarà collocata in seno all’Ufficio Studi e avrà come obiettivo primario quello di facilitare le scelte di investimento in quest’ambito, come spiega l’amministratore delegato Jacopo Ceccatelli.

“La mission dell’Osservatorio Tecnico sui Titoli Indicizzati è quella di individuare nel segmento dei titoli a tasso variabile gli strumenti migliori per raggiungere determinati obiettivi di performance. Ciò avviene attraverso l’identificazione di tutte le tipologie di obbligazioni a tasso variabile, l’individuazione per ciascuna tipologia dei fattori di rischio e di opportunità, l’indicazione delle tipologie di titoli con le migliori prospettive e il calcolo, attraverso modelli proprietari, della corretta valutazione dei titoli in molti casi diversa rispetto a quella comunemente accettata dal mercato. La valutazione è infatti resa complessa da meccanismi di indicizzazione di diverso tipo, spesso complessi. Tutto ciò fa si che questi possano portare a ritorni a scadenza molto diversi, in funzione della tipologia di titolo e dello scenario considerato. C’é poi da sottolineare la minore numerosità di titoli rispetto a quelli a tasso fisso, con appena l’11% del delle emissioni in euro, e la minore attenzione degli investitori in genere più focalizzati sulle emissioni a “cedola fissa”.

“Questi elementi fanno si che il segmento sia stato fino ad oggi abbastanza trascurato dal mercato con la conseguenza di essere meno coperto in termini di ricerca da parte degli uffici studi delle case d’investimento”, aggiunge Alfonso Maglio, portfolio manager di Marzotto Sim. “Il nostro obiettivo è evidenziare le caratteristiche dei singoli titoli in modo da valutarne il comportamento in ogni scenario e determinarne il fair value, agevolare una scelta più consapevole in linea con gli obiettivi d’investimento predeterminati”.

Il processo di valutazione dei titoli step by step
Nel concreto l’Osservatorio viene realizzato attraverso la determinazione dell’universo dei titoli indicizzati, la suddivisione nelle diverse tipologie, la determinazione dei fair value tramite modelli proprietari, la creazione di selected lists, l’individuazione delle tipologie di obbligazioni indicizzate più interessanti, in termini di prospettive di rendimento e rapporto rischio/rendimento.

La valutazione dei titoli a tasso variabile passa attraverso due fasi: la prima è la stima del flusso cedolare futuro e implica una valutazione a ciascuna data di stacco cedola dell’andamento dell’indice sottostante che determina le cedole. La seconda prevede l’attualizzazione delle cedole e dei rimborsi attraverso l’applicazione di uno spread che tenga in considerazione il rischio emittente.

“I modelli di valutazione generalmente utilizzati dal mercato sono maggiormente tarati sui titoli fixed income e possono portare a risultati fuorvianti quando applicati ai tassi variabili, soprattutto relativamente alle valutazioni relative alla stime del flusso cedolare futuro”, precisa Maglio. “Il nostro modello valutativo effettua invece correttivi che consentono una valutazione più puntuale relativamente alle aspettative di ritorno delle emissioni indicizzate. Questo consente di ottenere valutazioni più accurate e di indirizzare le scelte di investimento verso le tipologie di obbligazioni indicizzate più promettenti. Vengono inoltre effettuate valutazioni su emissioni obbligazionarie illiquide, di emittenti poco noti o con pochi comparables, nelle quali spesso di nascondono nicchie di valore che si rivelano solo a chi le sa cercare”.

Viene quindi sviluppata una matrice per emittente e cedola: le 35 combinazioni (“cluster”) ottenute rappresentano la maggior parte dell’universo investibile dei titoli indicizzati raggruppabili in categorie. Per ogni tipologia di emittente e per ogni tipologia di cedola vengono sottolineati non solo gli aspetti di criticità e le potenziali opportunità, ma anche gli scenari più favorevoli e quelli più rischiosi.

“La combinazione di analisi e approfondimenti per ogni “cluster” si sintetizza in una matrice che indica dove, all’interno dell’universo dei titoli obbligazionari indicizzati, “conclude Maglio, “riteniamo sia più favorevole posizionarsi mentre le tipologie di cedola non raggruppabili in categorie omogenee sono analizzate esclusivamente con un’impostazione caso per caso”.