La crescita dei dividendi globali accelera in misura significativa nel 1° trimestre
E’ quanto emerge dalle più recenti rilevazioni del Janus Henderson Global Dividend Index che, come ogni trimestre, analizza i dividendi distribuiti dalle prime 1.200 società per capitalizzazione di mercato per verificare l’andamento dell’economia globale e delle diverse aree geografiche.
Nel 1° trimestre, i dividendi globali sono saliti a quota 218,7 miliardi di dollari, aumentando ad un tasso sottostante del 5,4% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni del Janus Henderson Global Dividend Index. Si è trattato dell’incremento più rapido dei dividendi sottostanti dalla fine del 2015 e riflette la rapida trasmissione dell’accelerazione dell’economia globale sugli utili societari. La crescita dei dividendi è stata robusta nella maggior parte dei settori e in ogni regione del mondo, tranne che in Europa, dove le società che hanno distribuito i dividendi nel 1° trimestre sono troppo poche per poter delineare una tendenza. Anche se la crescita sottostante è stata notevole, i dividendi straordinari volatili sono scesi molto dopo essersi avvicinati a livelli record nel 1° trimestre 2016. Dunque, in termini complessivi, i dividendi globali totali pagati nel primo trimestre sono scesi dello 0,3% rispetto all’anno precedente.
Punti chiave
- I dividendi globali sono aumentati del 5,4% su base sottostante nel 1° trimestre, per un totale di 218,7 miliardi di dollari, l’aumento più rapido da fine 2015
- La crescita dei dividendi è stata robusta nella maggior parte dei settori e delle regioni, tranne che in Europa
- Il brusco calo dei dividendi straordinari erogati una tantum ha gravato sul dato complessivo, con un calo del totale globale dello 0,3% su base complessiva
- La crescita economica globale è in ascesa e favorisce un incremento degli utili societari che si ripercuote sui dividendi
- Il lieve deprezzamento del dollaro implica che la crescita globale risulta meno alterata dal tasso di cambio
- Janus Henderson prevede un rialzo dei dividendi per l’intero anno, aspettandosi una crescita sottostante del 3,9% ed una crescita complessiva dell’1,5%. La stima dei dividendi globali sale a 1.176 miliardi di dollari
La flessione dei dividendi straordinari una tantum è stata particolarmente pronunciata negli Stati Uniti, dove sono diminuiti di 7,0 miliardi di dollari su base annua, abbastanza da far scendere i dividendi totali dello 0,7% a quota 106,9 miliardi di dollari. Ma questo fenomeno nasconde un rimbalzo del tasso di crescita sottostante negli Stati Uniti al 5,3%, in controtendenza rispetto al brusco rallentamento registrato per tutto il 2016. Il settore bancario statunitense, che era sempre stata la principale fonte di dividendi negli USA prima della crisi finanziaria, ha nuovamente incrementato le distribuzioni in maniera decisa raggiungendo il settore petrolifero che negli ultimi due anni ha combattuto contro i ribassi del prezzo del petrolio. I pagamenti dei dividendi negli Stati Uniti sono stati distribuiti più equamente rispetto ad altre regioni del mondo, pertanto le aziende americane hanno contribuito in misura sproporzionatamente più ampia al reddito azionario globale nel primo trimestre.
Nel 1° trimestre dell’anno scorso, le distribuzioni di dividendi straordinari erano state abbondanti a Hong Kong, Singapore e in Australia. Quest’anno le distribuzioni sono state molto più contenute: i dividendi nella regione Asia Pacifico (Giappone escluso) sono scesi del 2,8% in termini complessivi su base annua. Escludendo i dividendi straordinari e altri fattori minori, le distribuzioni sono aumentate di ben il 14,6% su base sottostante, in particolare in Australia dove ogni società nell’indice Janus Henderson ha confermato o incrementato i dividendi. Il totale in Australia è salito del 30,6% rispetto all’anno precedente, trainato anche dalla ripresa di BHP Billiton. A Hong Kong, al di là della volatilità dei dividendi straordinari, i dividendi regolari sono aumentati del 2,9%, mentre Singapore ha registrato una crescita su base sottostante del 20,0%, in particolare grazie al produttore di semiconduttori Broadcom, che ha raddoppiato le distribuzioni rispetto all’anno precedente.
I dividendi nel Regno Unito sono scesi del 5,3% in termini complessivi in dollari rispetto all’anno precedente, a causa della debolezza della sterlina. Tuttavia, la crescita sottostante rettificata per la svalutazione della sterlina e altri fattori è stata del 7,1%. Metà di tale incremento è attribuibile all’aumento inaspettato del gruppo minerario BHP Billiton, che sta approfittando del consolidamento dei prezzi delle materie prime dopo aver tagliato i dividendi nel 2016.
Nei mercati emergenti, nonostante il rialzo dei prezzi delle materie prime e i segnali di stabilizzazione delle economie emergenti, la crescita dei dividendi è stata disomogenea, prevalentemente a causa della Russia dove le distribuzioni sono piuttosto irregolari e imprevedibili. I dividendi sono scesi in India, Brasile e Sud Africa su base sottostante. Quasi nessuna società cinese distribuisce i dividendi nel 1° trimestre.
Il crescente miglioramento dello scenario economico globale nel 2017 ha spinto Janus Henderson a rivedere al rialzo le previsioni sui dividendi. Il team Global Equity Income ora si aspetta una crescita su base sottostante del 3,9% nell’anno (rispetto al 3,2% di gennaio) ed una crescita complessiva dell’1,5% (rispetto allo 0,3%). Il miglioramento del dato complessivo riflette una certa inversione di tendenza nella forza del dollaro USA quest’anno. A seguito di questa revisione, le stime globali salgono di 18 miliardi di dollari a quota 1.176 miliardi di dollari.
Alex Crooke, Responsabile Global Equity Income di Janus Henderson, ha dichiarato: “L’inizio del 2017 è stato veramente incoraggiante per gli investitori orientati alla generazione di reddito, almeno se si escludono i dividendi straordinari una tantum. La crescita è generalizzata e coinvolge molti settori e paesi. Le prospettive per l’economia mondiale sembrano più brillanti in questo momento rispetto agli ultimi anni. Questo significa che le aziende possono incrementare l’utile e i dividendi più rapidamente. In questo momento la ripresa appare più veloce del previsto e anche più robusta, pertanto abbiamo rivisto leggermente al rialzo la nostra stima annuale, nonostante il brusco calo dei dividendi straordinari nel 1° trimestre. Inoltre, il lieve indebolimento del dollaro implica che la crescita incoraggiante dei dividendi sottostanti in tutto il mondo non viene alterata molto dagli effetti del tasso di cambio quando i dividendi vengono riconvertiti in dollari USA”.
I rendimenti passati non sono garanzia dei risultati futuri. Investire nei mercati internazionali implica determinati rischi e un aumento di volatilità rispetto agli investimenti che si concentrano unicamente nel Regno Unito. Questi rischi comprendono le oscillazioni valutarie, l’instabilità economica e finanziaria, la mancanza di informazioni puntuali o affidabili, nonché le dinamiche negative sul fronte politico e legale.