La Sec boccia l’Etf sul Bitcoin

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Respinta la richiesta dei fratelli Winklevoss: la valuta virtuale è troppo esposta al rischio di pratiche manipolative

L’Etf sul Bitcoin non si farà. Almeno per ora. La Sec, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari Usa, ha bocciato, venerdì scorso, la richiesta dei gemelli Tyler e Cameron Winklevoss (noti per essere campioni olimpici di canottaggio, e per aver perso la causa con cui rivendicavano la paternità di Facebook contro Mark Zuckerbger), che volevano lanciare un exchanged-trade fund sulla moneta virtuale. 

Secondo la Sec, il Bitcoin, essendo scambiato su mercati non regolati, è esposto al rischio di “pratiche potenzialmente fraudolente e manipolative”. 

La notizia ha avuto un effetto immediato sulla quotazione della cripto valuta, crollata dal massimo storico di 1.277,7 dollari a meno di 980. La quotazione – a conferma della volatilità del Bitcoin – già oggi è risalita sopra i 1.200 dollari.

Ma resta il fatto che il Bitcoin ha perso un’occasione di diventare più accessibile al grande pubblico: gli Etf sono infatti strumenti ormai consolidati, utilizzati da piccoli e grandi investitori, e uno strumento – quotato in borsa – indicizzato alla valuta virtuale avrebbe contribuito a dare trasparenza alle quotazioni e agli scambi. Un’ipotesi che, a molti utilizzatori della prim’ora, non sarebbe in realtà piaciuta affatto.