Ragioneria dello Stato, le pensioni crescono più del Pil

-
- Advertising -

L’allarme: il calo demografico e degli immigrati regolari peserà sulle pensioni

Secondo la Ragioneria generale dello Stato le pensioni crescono più del Pil e l’effetto della riforma Fornero è a rischio. Nel “18° Rapporto sulle tendenze di medio lungo-periodo del sistema pensionistico” i tecnici della Ragioneria pongono l’accento sul rischio che la spesa pensionistica in futuro possa avere un’incidenza maggiore del previsto sul prodotto interno lordo, anche a causa della bassa crescita dello stesso.

- Advertising -

Il report descrive che, sulla base delle ipotesi demografiche e macroeconomiche aggiornate, il tasso di crescita del Pil reale si attesterà intorno ad un valore medio-annuo dell’1,2% nell’intero periodo di previsione fino al 2070, quando invece la versione precedente del dossier della Ragioneria segnava una crescita media annua dell’1,5%.

Nulla cambierà nei prossimi tre anni, ma poi la spesa pensionistica peggiorerà fino ad arrivare a un picco ( cosiddetta gobba della spesa previdenziale) del 16,3% nel 2044, 0,8% punti percentuali in più delle vecchie stime. Dopo di che la spesa tornerà indietro, ma con un ritmo inferiore a quello stimato finora.
Anche le ipotesi a livello europeo indicano un forte incremento del rapporto, che, in termini di sostenibilità delle finanze vanificherebbe buona parte degli effetti delle riforme.

- Advertising -

Una contrazione della crescita economica, sottolinea la Ragioneria, è da imputare a una minore dinamica occupazionale, a sua volta dipendente da una riduzione del flusso netto degli immigrati regolari rispetto alla precedente stima Istat.

Quanto al flusso migratorio, viene evidenziato un significativo ridimensionamento del fenomeno nei prossimi 20 anni : mentre prima si stimava un flusso annuo in entrata di 233 mila persone per il prossimo ventennio, ora la previsione di arrivi regolari si è ridotta a 155 mila, il 33% in meno.
E a quella soglia si fermerà fino al 2070. Non mancheranno effetti sugli assegni pensionistici: i tassi di sostituzione lordi, i rapporti tra pensione e stipendio, risulteranno leggermente ridotti, a partire dal 2030.

A livello demografico si fa poi sentire anche la revisione al ribasso del tasso di fecondità.

Mentre i clandestini continuano a sbarcare sulle nostre coste, gli immigrati regolari diminuiscono: l’Istat lo spiega in parte con la grave crisi economica che ha reso meno attraente il nostro Paese. Lo stesso motivo che sta convincendo sempre più italiani ad emigrare, oltre 100 mila l’anno.

L’allarme della Ragioneria rappresenta un chiaro monito a quanti, esponenti della politica e dei sindacati, vogliono bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile, a 67 anni dal 2019, agganciato alla speranza di vita, aggravando la spesa previdenziale.