Azionario Europa: promettenti le large cap da qui a fine anno

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Il rischio maggiore rimane quello di uno shock economico o di un rallentamento dell’economia

Quale è la vostra view sulle azioni large cap europee per l’ultima parte del 2017? Dove vedete opportunità e dove rischi?
Ken Hsia, Portfolio Manager dello European Equity Fund di Investec Asset Management: Siamo positivi sul settore. Il miglioramento della traiettoria dei guadagni che abbiamo osservato in Europa a partire dall’inizio dell’anno sta diventando sempre più solido, favorito in questo dalla domanda industriale e da segnali di un aumento sia dell’occupazione che della capacità di spesa dei consumatori in quei Paesi dell’Europa del Sud che finora si erano dimostrati in ritardo.

La ripresa ciclica in Europa, all’interno di settori come quello delle costruzioni, è ancora nelle sue prime fasi, come si nota osservando i valori storici delle attività, e ciò significa che vi sono margini per un ulteriore aumento dei guadagni. In ottica più ampia, i limiti al capex applicati negli ultimi anni fanno sì che il pricing power possa ora emergere in alcuni sottosettori dove la crescita della domanda supera l’offerta (come avviene in alcuni segmenti del settore dei prodotti chimici speciali).

Per quanto riguarda i rischi, il rafforzamento dell’euro ponderato per il commercio rispecchia il miglioramento delle condizioni macro in Europa, mentre le prospettive sul tapering del QE sono un fattore di rischio, in settori come quello dei beni di lusso, che devono dipendere dal loro pricing power per bilanciarne l’impatto; nella maggior parte dei settori, gli ostacoli sono limitati alla conversione dei guadagni esteri. Nello specifico, nel Regno Unito, l’incertezza determinata dalla Brexit e l’impatto sul reddito disponibile domestico derivante dal rialzo dell’inflazione potrebbero condizionare le spese discrezionali nell’estremità inferiore del mercato. In ogni caso, dal punto di vista del portafoglio, si tratta di effetti gestibili.

Quali sono i principali temi e scommesse che intendete seguire da qui a fine anno?
Ken Hsia: Il graduale spostamento verso una normalizzazione dei tassi di interesse rappresenta un fattore di sostegno per il settore finanziario, soprattutto per le banche, particolarmente sensibili alle traiettorie dei tassi. Non dimentichiamo poi la ricapitalizzazione dei sistemi bancari spagnolo e italiano, le attività e gli impegni dei regolatori, che stanno agevolando la capacità delle banche di ripulire i bilanci, e, infine, la migliorata struttura del mercato spagnolo. Questi aspetti dovrebbero continuare a offrire opportunità interessanti.

Per quanto riguarda il settore delle materie prime, riteniamo che alcune società estrattive europee al momento stiano considerando, per il lungo periodo, prezzi delle commodities al di sotto del punto di equilibrio naturale della domanda-offerta. La transizione verso l’utilizzo di auto elettriche, ad esempio, favorirà la domanda di rame e alluminio e anche quella di materiali di nicchia come il cobalto. Inoltre, vi sono stati cambiamenti anche nei team di gestione di alcune società, finalizzati a gestire al meglio i flussi di cassa, al momento molto elevati, indirizzandoli in modo opportuno tra crescita e ritorni per gli azionisti.

Vedete grandi rischi o fattori positivi oltre il 2017? – Quali sono?
Ken Hsia: Il rischio maggiore rimane quello di uno shock economico o di un rallentamento dell’economia. Riteniamo infatti che la crescita degli utili possa sostenere le valutazioni delle aziende. Siamo consapevoli inoltre che dopo un periodo di re-rating dove i rendimenti sono stati scarsi, il rialzo dei tassi di interesse potrebbe gradualmente influire sulle valutazioni in alcuni settori difensivi. Per quanto riguarda i fattori positivi, continuiamo a ricercare aree con prospettive di crescita dei guadagni – è importante ricordare che insieme alle grandi società mega-cap domestiche, l’Europa dispone di numerose aziende innovative in posizioni di forza in mercati di nicchia.