Per il titolo Ferragamo un 2017 di transizione

Walter Quattrocchi -

Utile netto della semestrale in calo del 15%

Cautela sul titolo Ferragamo. Questo in sintesi il sentiment che gli analisti esprimono sull’andamento borsistico di Salvatore Ferragamo nel breve-medio periodo.

Il gruppo Ferragamo sta attraversando una profonda riorganizzazione avviata dal ceo Eraldo Poletto attraverso soprattutto i nuovi designer per le calzature donna, Paul Andrew, per l’abbigliamento uomo, Guillaume Meilland e Fulvio Rigoni per l’abbigliamento donna.

Un semestre di transizione

La società ha chiuso la semestrale con ricavi stabili per 718 milioni di euro (+1,1%), ma con un utile netto in flessione del 15,4% a 76 milioni.
La ristrutturazione in corso nel gruppo Salvatore Ferragamo ha fatto sentire il suo peso sui conti della prima parte del 2017, chiuso con ricavi in leggera salita, ma con profitti in contrazione: l’ebitda del periodo ha fatto segnare infatti una flessione del 17,9% a 136 milioni, a fronte di una riduzione del margine lordo e di un aumento dei costi operativi derivanti dalle azioni intraprese; l’ebit è invece sceso del 22,6% a 105 milioni.
In miglioramento di 100 milioni di euro la posizione finanziaria netta, positiva per 25 milioni, contro i 75 milioni di euro di indebitamento finanziario netto di 12 mesi prima.
Il fatturato del retail, composto al 30 giugno da 679 negozi, di cui 401 diretti, ha registrato una progressione del 4,7% per 450 milioni di euro, mentre quello del wholesale ha perso il 4,7% per 256,3 milioni, a seguito dell’operazione di destocking.
In termine, invece, di mercati, l’area Asia Pacifico si è riconfermato il primo destinatario con ricavi in crescita del 6,1% a 271,3 milioni, nonostante l’andamento debole delle vendite in Corea del Sud dovuto al calo dell’afflusso del turismo cinese e il trend negativo di Hong Kong.
Risultati però compensati da un andamento favorevole della Cina. L’Europa ha perso il 2,4% a 184,3 milioni di euro, così come il Nord America, che ha perso il 2,2% a 163,8 milioni.
Considerando, infine, le categorie di prodotto, le vendite delle calzature nella prima parte del 2017 sono cresciute dell’1,3% a 312,7 milioni, la pelletteria dello 0,7% a 265,2 milioni e i profumi del 6,7% a 43,5 milioni. L’abbigliamento è invece rimasto stabile (+0,9%) a 41,6 milioni.
Il ceo del gruppo Poletto presentando la semestrale ha dichiarato che il 2017 sarà un anno di transizione per la maison toscana, un impero globale che fattura 1,4 miliardi con 4 mila dipendenti, 680 negozi monomarca in tutto il mondo e le azioni che fanno parte del segmento Blue Chips del paniere Ftse Mib.
Secondo Poletto per raccogliere i primi frutti, già dal prossimo anno, del riposizionamento del brand Ferragamo nel settore del lusso, l’azienda deve tornare ad avere soprattutto la leadership nelle calzature donna e la recente collezione del nuovo designer Paul Andrew va in questa direzione.
L’altro pilastro del piano di Poletto è l’efficientamento del network retail dove è entrato in scena un global chief retail officer , mentre a maggio è stato lanciato il nuovo website statunitense, parallelamente allo sviluppo di una strategia omnichannel.
A ottobre riaprirà il flagship di Hong Kong rinnovato, il primo importante test della nuova era.
Il ceo di Ferragamo prevede un ritorno del lusso a come era in passato, ma con le caratteristiche di oggi in termini di innovazione tecnologica.
Ciò vale soprattutto per i millenials che non chiedono solo alta qualità, ma anche innovazione continua, in particolare in Cina dove si concentra il 32% delle vendite e del lusso (in Asia Ferragamo realizza il 36% del suo fatturato, più che in Usa e in Europa).

Le indicazione degli analisti

Gli analisti di Morgan Stanley hanno deciso di ribadire il rating “equalweight” sul titolo , con un fair value tagliato da 23,5 a 21,5 euro.
La banca americana apprezza la fase di ristrutturazione del gruppo, ma teme che la fase di transizione possa durare più del previsto, prevedendo così un’ulteriore debolezza nella seconda metà di quest’anno.
Nel 2018 Salvatore Ferragamo, secondo gli americani, potrebbe anche diventare un’interessante storia di recupero, ma per il momento il rapporto rischio-rendimento del titolo appare bilanciato.
Non diversa la posizione dei colleghi di Credit Suisse che su Salvatore Ferragamo hanno una raccomandazione “neutral”, con un prezzo obiettivo a 23 euro, avendo ridotto le stime sull’utile per azione per il biennio 2018/2019, in seguito alla revisione delle previsioni sui tassi di cambio.
La banca elvetica ritiene che prima di tornare ad essere più costruttivi sul titolo sarà importante che le attese del mercato, specie sui margini, si riadattino.
Gli analisti di Societè Generale hanno invece confermato la raccomandazione “hold” sul titolo della maison toscana, con un prezzo obiettivo rivisto al ribasso da 26 a 25 euro.
Ancora secondo Akros, pesa sul titolo l’apprezzamento dell’euro, ma il nuovo approccio al prodotto e al retail può dare una spinta anche più veloce del previsto ai ricavi e aiutare i margini.
Infine la sim Equita ha abbassato le stime sui ricavi di Ferragamo dell’1,5% per quest’anno e del 2,5% per il prossimo sia per via dei cambi sia per i maggiori costi, mentre la previsione di utile 2018 è stata ritoccata del -5%. Così il rating è rimasto “ hold ”.