Riforma Fornero: l’ipotesi è quella di un ritorno al sistema delle quote
Nella ipotesi in cui nascesse il Governo M5S-Lega il Koalitionensvertrag, il contratto di programma prevederà, così come è stato già annunciato, il superamento della riforma Fornero.
Ma quali sono le linee verso cui ci si vorrebbe indirizzare ? L’intenzione manifestata nei programmi elettorali delle due forze politiche vi è il ritorno al meccanismo delle quote con la reintroduzione della pensione di anzianità.
Le quote sono determinate dalla somma dell’età e degli anni lavorati e hanno la funzione di consentire una flessibilità nella scelta del pensionamento in coerenza con quella che era l’impostazione della riforma Dini .
Il posizionamento verso cui ci si dirige è quota 100 (101 con riferimento invece ai lavoratori autonomi) prevedendosi in ogni modo almeno 64 anni di età, rispetto ai 66 e 7 mesi di adesso e i 67 a partire dal 2019, e almeno 36 anni di contributi. Si introdurrebbero però vincoli rigidi consentendosi l’utilizzo di massimo due anni di contributi figurativi, quelli non versati effettivamente ma comunque riconosciuti, ad esempio per il servizio militare o durante la disoccupazione.
Nei due anni non si considererebbero invece i i contributi figurativi accreditati durante la maternità. Ulteriore via per il pensionamento sarebbe poi quella del requisito contributivo, indipendentemente dall’età , dall’avere 41 anni di contributi. Non è ancora chiaro se verrebbe confermato il meccanismo automatico di indicizzazione dell’età pensionabile alla speranza di vita in base al quale dal 2019 si prevede un incremento dei requisiti di 5 mesi.
La Legge di Bilancio 2018 ha sterilizzato tale innalzamento sia per i requisiti di vecchiaia che per quelli della pensione anticipata per le 15 categorie di lavori gravosi dell’Ape sociale. Si prevede poi dal 2021 un nuovo meccanismo di calcolo basato su medie biennali (non più triennali) della speranza di vita a 65 anni con la garanzia che, in caso di calo dell’indicatore, anche i requisiti possano essere corretti al ribasso nel biennio successivo.
Con riferimento alla manifestata volontà di revisione delle riforma Fornero va ricordato come vi sia in ogni modo da rispettare il delicato nodo rappresentato dalle risorse finanziarie . Con riferimento a tale profilo va riportata la recente audizione parlamentare sul Documento di Economia e Finanza della Banca d’Italia che ha evidenziato come su un orizzonte di medio-lungo periodo, la sostenibilità del debito pubblico italiano poggia in larga misura sulle riforme pensionistiche introdotte nell’arco degli ultimi decenni, che assicurano una dinamica degli esborsi in complesso gestibile nonostante l’invecchiamento della popolazione
È uno dei punti di forza della finanza pubblica italianaragion per cui è opportuno non indebolirlo, anche alla luce del fatto che le proiezioni più aggiornate sono oggi meno favorevoli delle precedenti.