Indebolimento del dollaro, è la volta buona?

team Multi Asset - GAM (Italia) -

Il progressivo indebolimento del dollaro nei confronti dell’euro, che gli analisti stimavano a inizio anno, non è in realtà avvenuto. L’attesa di una riduzione del differenziale dei tassi a causa di una BCE meno accomodante e di una FED ormai vicina all’obiettivo dichiarato, non si è concretizzata.

Il rallentamento economico e le tensioni geopolitiche hanno rimescolato le carte. Adesso, a metà anno, potrebbe essere giunto il momento della correzione della valuta americana, ma paradossalmente per ragioni opposte rispetto a quelle originarie. Le dichiarazioni di Jerome Powell su una possibile riduzione dei tassi, se necessario in seguito alle tensioni commerciali, confermate dalla riunione della FED del 19 giugno, hanno generato reazioni immediate da parte degli operatori. Il mercato sta prezzando almeno due tagli, se non tre, da qui a fine anno. La riduzione del differenziale dei tassi tra dollaro ed euro sta sì avvenendo, ma a seguito della discesa della parte breve della curva americana. Siamo passati, infatti, dal 3,55 % di metà novembre al 2,7% di questi giorni.

Questa progressiva riduzione potrebbe creare le condizioni per quel cambio di tendenza atteso sei mesi fa e non ancora avvenuto. L’attenzione si focalizzerà sull’impatto che la guerra dei dazi potrà avere a livello macroeconomico e sull’evoluzione dei prezzi al consumo, se e quando cioè torneranno ad avvicinarsi al livello obiettivo. Le riunioni del FOMC dovrebbero progressivamente chiarire quale sarà l’indirizzo di politica monetaria dei prossimi mesi. E’ probabile però che prima di avere una netta inversione dell’andamento del cambio euro/dollaro si debba passare attraverso tentativi di accelerazione con correzioni improvvise, legate ai dati non univoci, che il contesto via via offrirà agli operatori. Dal punto di vista tecnico la conferma dovrebbe arrivare dal superamento dell’area 1,15/ 1,16 che nel passato ha svolto una funzione di spartiacque.