Cosa aspettarci per fine anno?
Meno timori sia sul fronte economico che su quello politico sono stati la causa del rally dei mercati dello scorso mese. Da una parte i dati macroeconomici non si sono deteriorati ulteriomente e hanno inviato qualche segnale di stabilizzazione, e dall’altra sono arrivate notizie positive sul fronte della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti – con il raggiungimento di un’intesa parziale – e su quello della Brexit – con la rimozione dello scenario di un’uscita senza accordo. Questi elementi hanno sostenuto il rally e l’appetito per il rischio dei mercati è aumentato. Così i tassi decennali, l’oro e il dollaro – spinti dalla ricerca di beni rifugio – sono scesi, mentre i mercati azionari sono tornati sui massimi. Il mercato italiano ha riportato una delle migliori performance, trainato principalmente dalla componente ciclica del mercato, cioè consumo ciclico, finanziari e semiconduttori.
Restano comunque le preoccupazioni sul rallentamento della crescita economica mondiale, sebbene attutite da qualche segnale di ripresa.
Cosa aspettarci per fine anno?
Il sentiment è molto migliorato sia sul fronte della guerra commerciale che su quello politico. A Bruxelles, con l’insediamento della nuova Commissione Europea sono arrivati segnali positivi sul processo di integrazione del mercato dei capitali attraverso il completamento dell’Unione bancaria.
Un consolidamento del settore sarebbe molto positivo per il comparto bancario. Se il sentiment continua a migliorare sia sul fronte politico che su quello dei dati economici, ci sarebbe spazio per un nuovo rialzo, tanto più che l’azionario europeo è ancora sottopesato nei portafogli degli investitori internazionali.
Tuttavia, siamo ancora in una fase difficile in cui il mercato appare molto diviso tra settori cari e altri sottovalutati. La rotazione che abbiamo visto a ottobre, quindi, potrebbe continuare.